"En e Xenax è per uno dei brani più belli di Samuele Bersani... ", così Eugenio Campagna, in arte Comete (Co me te), cantautore romano classe 1991 noto per la sua partecipazione a "X Factor" spiega a Tgcom24 il perchè della sua scelta di realizzare una cover di "En e Xanax" e un video, uscito poco giorni fa: "Il video della canzone nasce dalla voglia di collocare la canzone nel nostro tempo, quindi in questo preciso momento storico che è la quarantena"...
Comete ha scelto quindi di cantare una sua versione del brano cult di Bersani, pietra miliare del repertorio italiano, che sente molto vicina al suo trascorso e di cui ha voluto fornire una sua personale e toccante interpretazione: "Questa canzone", racconta il giovane cantautore, "mi ha accompagnato in un momento molto duro della mia vita e avere l’occasione adesso di proporre una mia versione mi dà di nuovo modo di esorcizzare quel dolore" e aggiunge: "Mi ha insegnato a guardare all'altro e a se stessi con più amore dandomi speranza in certi momenti. Ho voluto ricambiare il favore realizzando ed incidendo il pezzo per farlo rimanere perchè credo di essere stato credibile nel cantarlo, non c'entra il farlo bene o male, c'entra quello che hai vissuto con un brano. Esibirmi con questo pezzo sul palco di X Factor è stata un'emozione incredibile e ho capito che quando le emozioni sono vere arrivano anche dall'altra parte."
Ma ancora più importante è stato riuscire a realizzare anche un video di "En e Xenax" in tempi di quarantena.
"Il brano mi ha sempre parlato, oltre che dell'amore tra due ragazzi, dell'innamorarsi di se stessi. Questo video nasce proprio dall'intento di mostrare la quotidianità di questi due ragazzi che vivono la loro vita con paura però con un lieto fine che è la risata della ragazza, un lieto fine che cerchiamo nell'abbraccio che ci sarà".
Eugenio racconta come sia stato complicato realizzare il video: "E' stata una bella impresa, i ragazzi di Bendo hanno provato a non farsi schiacciare dagli impedimenti della situazione, abbiamo fatto il possibile per lavorare al meglio. Una volta sviluppata l'idea, i ragazzi che sono poi i protagonisti si sono presi l'incarico di essere operatori di loro stessi coordinati dalla regia e dalla direzione creativa in costante contatto. E' stato sicuramente dura però secondo me ha dato qualcosa di più dal punto di vista della credibilità e del realismo. Risulta molto vero ed è un modo di girare più intimo che ha dato un valore aggiunto. Non abbiamo avuto le telecamere professionali, abbiamo avuto due telefoni ma c'è stato molto molto cuore".
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