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Coronavirus, previsioni Ue: Pil Italia -9,5% in 2020, +6,5% in 2021, è il peggiore risultato dopo la Grecia

Al terzo e quinto posto Spagna e Francia. Tornano a salire i deficit degli Stati a causa delle misure contro il coronavirus

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Forte contrazione del Pil italiano nel 2020 che potrebbe scendere del 9,5% per poi rimbalzare del 6,5% nel 2021. Lo prevede la Ue nel suo rapporto di primavera sulle economie. Dati allarmanti se confrontati con la media dell'intera Unione. Il Pil dell'Eurozona dovrebbe infatti scendere del 7,7% nel 2020 per poi rimbalzare del 6,3% nel 2021. Il dato peggiore sarà quello della Grecia con un crollo del 9,7%

Al terzo posto la Spagna (-9,4%) mentre la Francia registrerà il quinto maggior calo (-8,2%). La Germania dovrebbe invece cavarsela con una flessione del 6,5% classificandosi 18ma nell'Ue dove sarà la Polonia (-4,3%) a subire il danno minore.

A causa della crisi della Covid-19, e delle misure di bilancio prese dagli Stati membri per limitare il danno economico causato dalla pandemia, il deficit pubblico aggregato della zona euro e dell'Ue dovrebbe passare dallo 0,6% del Pil nel 2019 a circa l'8,5% nel 2020, per ridursi poi a circa il 3,5% nel 2021.

Secondo le stime della Commissione europea, dopo aver registrato una tendenza al ribasso dal 2014, anche il rapporto debito pubblico/Pil dovrebbe aumentare. Nell'Eurozona, si prevede che aumenterà dall'86% nel 2019 al 102,7% nel 2020, per poi diminuire al 98,8% nel 2021. Nell'Ue si prevede che salirà dal 79,4% nel 2019 al 95,1% quest'anno prima di calare al 92,0% l'anno prossimo.

Nel rapporto deficit/Pil, il livello più alto nel 2020 sarà quello raggiunto dall'Italia, con l'11,1%, seguita dalla Spagna, con il 10,1%, e poi dalla Francia con 9,9%. A due cifre anche il deficit del Regno Unito (10,5%), che non è più nell'Ue. In Germania il deficit/Pil arriverà al 7,0%. Un solo Paese nell'Ue è sotto il 3%: la Bulgaria, al 2,8%. Riguardo al rapporto debito/Pil, nel 2020 l'Italia con il 158,9% resta al secondo posto dopo la Grecia (che balza al 196,4%). Al terzo posto il Portogallo con il 131,6%, al quarto la Francia con il 116,5%, seguita da Cipro con il 115,7%, dalla Spagna con il 115,6% e dal Belgio con il 113,8%.

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