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Accordo di massima sulle messe: i fedeli torneranno in chiesa probabilmente per fine mese

Il cardinale Bassetti annuncia l'intesa, che però andrà valutata "sulla base dell'evoluzione della curva epidemiologica" del coronavirus, e chiede di "non abbassare la guardia"

Coronavirus, parroco dice messa davanti ai selfie dei fedeli

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Don Giuseppe Corbari, parroco di Robbiano, a nord di Milano, ha celebrato la messa in diretta radiofonica davanti ai ritratti e ai selfie dei fedeli. Era stato lui stesso a chiedere ai suoi parrocchiani di inviargli le loro foto per riempire la chiesa anche durante l'emergenza coronavirus.

I fedeli potranno tornare a partecipare di persona alle messe "probabilmente entro la fine del mese". A indicarlo è Avvenire, quotidiano della Cei, dopo che il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Gualtiero Bassetti, ha annunciato un accordo di massima "che consentirà, nelle prossime settimane, sulla base dell'evoluzione della curva epidemiologica del coronavirus, di riprendere la celebrazione delle messe con il popolo".

Secondo Avvenire "non è improbabile" che l'Eucaristia con la presenza di fedeli possa riprendere già per l'Ascensione o per la Pentecoste, cioè o il 24 o il 31 maggio.

Il cardinale Bassetti sottolinea che già nelle ultime settimane c'era stata con Conte "un'interlocuzione continua e proficua. Questo clima ha portato un paio di giorni fa a definire le modalità delle celebrazioni delle Esequie". E "come Chiesa - spiega il poprorato - abbiamo condiviso, certo con sofferenza, le limitazioni imposte a tutela della salute di tutti, senza alcuna volontà di cercare strappi o scorciatoie, né di appoggiare la fuga in avanti di alcuno; ci siamo mossi in un'ottica di responsabilità, a tutela soprattutto dei più esposti. Alla vigilia di quella che ci auguriamo possa essere una rinascita per l'intero Paese, ribadisco l'importanza che non si abbassi la guardia ma, come abbiamo ripetuto in questi mesi, si accolgano le misure sanitarie nell'orizzonte del rispetto della salute di tutti, come pure le indicazioni dei
tempi necessari per tutelarla al meglio".
 

Se dunque i fedeli italiani potrebbero tornare sui banchi delle chiese a fine mese, lo stesso potrebbe succedere anche in Sardegna nonostante il governatore, Christian Solinas, nella sua ordinanza per la Fase 2 abbia dato il via libera alle "funzioni eucaristiche ordinarie con obbligo di distanziamento tra le persone, divieto di assembramento e l'obbligo di indossare idonei dispositivi di protezione". Una scelta sulla quale però sono stati gli stessi vescovi sardi a frenare, spiegando per mezzo di monsignor Antonello Mura, presidente della Conferenza episcopale sarda, che pur "apprezzando l'attenzione che il presidente Solinas ha rimarcato verso l'apertura delle chiese alle celebrazioni eucaristiche, si riservano di leggere e valutare il testo dell'ordinanza regionale che verra' firmata, tenendo conto che non sono stati consultati precedentemente e che decisioni di questo tipo competono unicamente all'Autorità ecclesiastica".

Soddisfatto per il ritorno delle messe grazie a "quella che non esito a definire una decisione giusta e opportuna" è invece il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. "Nei giorni scorsi - spiega il governatore - collaborando attivamente con l'Arcidiocesi di Milano, proprio la Regione Lombardia si era particolarmente impegnata, anche con una lettera al premier Conte, per arrivare a questo risultato".

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