Il lungo periodo di lockdown e i cauti tentativi di ripartenza di questi giorni stanno mettendo duramente alla prova le nostre certezze e la nostra serenità. Ecco perché, come sempre nei momenti difficili, è importante avere chiaro quali sono le cose davvero importanti della vita, quelle per le quali vale pena “alzarsi la mattina”. È proprio questo il punto di partenza di una filosofia giapponese, l’Ikigai, che alla lettera significa “ragione d’essere” o “ragione di vita”: in questo momento può esserci di aiuto nel superare le incertezze e ripartire, scoprendoci più sereni e più felici di quanto eravamo prima. Perché essere Ikigai significa innanzi tutto sapere per che cosa viviamo, anche nei momenti di buio e di difficoltà.
IKIGAI E LOCKDOWN – In questo periodo di forzato isolamento abbiamo dovuto fronteggiare momenti di paura, di ansia e di noia, ma abbiamo anche avuto occasione di riscoprire tante persone e cose che amiamo: ci siamo concentrati sui nostri affetti più veri e sinceri, abbiamo avuto il tempo di dedicarci a hobby e attività trascurate da tempo, abbiamo scoperto un nuovo significato in cose che facevamo tuti i giorni. Proprio questi elementi possono diventare punti di forza da conservare e su cui contare nel cammino verso la riconquista della normalità. Abbiamo detto che la parola Ikigai indica quello per cui vale la pena essere al mondo e alzarsi dal letto ogni mattina, ma indica anche il momento in cui scopriamo che la nostra vita è un fatto prezioso. L’obbedienza con cui ci siamo attenuti alle restrizioni anti pandemia sono un chiaro segno di quanto abbiamo avuto considerazione per la nostra salute e per quella dei nostri cari. In pieno spirito Ikigai.
I PILASTRI DELL’IKIGAI – I sapienti giapponesi spiegano che, per arrivare a scoprire qual è il nostro Ikigai, occorre un cammino di ricerca interiore che si fonda su cinque pilastri: 1 iniziare in piccolo; 2 dimenticarsi di sé; 3 armonia e sostenibilità; 4 gioia per le piccole cose; 5 essere nel qui ed ora. Se riguardiamo la nostra esperienza delle settimane di clausura forzata, molti di questi punti sono stati elementi guida delle nostre giornate. Ad esempio, ci siamo proposti obiettivi per piccoli passi e abbiamo fatto piccoli progetti (punti 1, 4 e 5), abbiamo cercato di mangiare sano e di muoverci almeno un poco, e di andare d’accordo per quanto possibile, evitando tensioni e malumori (punto 3); abbiamo aderito alle campagne di raccolta fondi a favore degli ospedali e della Protezione Civile e siamo stati solidali, o almeno pronti a dare una mano a chi ne aveva bisogno (pilastro 2). Sono buone pratiche da conservare anche quando questa brutta avventura sarà alle nostre spalle, e che ci possono aiutare nella scoperta del nostro Ikigai, ovvero della motivazione profonda per cui vale la pena esistere.
COME SI LEGGE LA MAPPA IKIGAI – l’Ikigai è il punto interiore in cui si incrociano diversi aspetti: quello che amiamo fare, quello siamo bravi a fare, ciò di cui il mondo ha bisogno, quello che ci permette di guadarci la vita. Dall’incrocio tra questi aspetti nascono quattro aree di intersezione e sovrapposizione: passione, ovvero ciò che amiamo e siamo bravi a fare; professione, ovvero ciò in cui siamo bravi e per cui veniamo pagati; vocazione, ossia ciò per cui siamo pagati e di cui il mondo ha bisogno; e infine missione, quello di cui il mondo ha bisogno e che amiamo fare. Per avvicinarci al nostro Ikigai, punto in cui tutte queste sfere si uniscono, dobbiamo cominciare a mettere insieme almeno tre di questi aspetti. Dobbiamo anche ricordare che questo cammino richiede esperimenti, perseveranza e un po’ di sacrificio. Occorre sperimentare nuove cose, per scoprire che cosa ci piace; ci vuole impegno e lavoro per diventare bravi nel nostro campo e per arrivare a farci pagare per quello che amiamo fare. A quel punto dobbiamo chiederci come il nostro contributo può aiutare a migliorare il mondo intorno a noi. Il punto fondamentale è che l’esplorazione di questi aspetti e il passaggio dall’uno all’altro devono avvenire in piena spontaneità e senza forzature.
IKIGAI E VITA NELLA FASE 2 - Nel cammino verso il ritorno graduale alla normalità dopo il lockdown i pilastri dell’Ikigai possono esserci di ispirazione per una vita piena e felice. Per tradurli in pratica possiamo attenerci a questo piccolo vademecum.
-Non dimentichiamo l’amore per le cose semplici e le piccole gioie quotidiane;
-non angustiamoci se ancora non possiamo fare progetti a lungo termine;
-non dimentichiamo le cose che abbiamo scoperto o riscoperto di amare: non è vero che non abbiamo il tempo di farle;
-non perdiamo il senso di comunità che ci ha avvicinato a parenti, amici, ma anche ai vicini di casa e ai nostri stessi familiari con cui abbiamo condiviso il lockdown;
-conserviamo le attività comuni che ci hanno dato gioia e sollievo in quarantena, come cucinare o giocare insieme;
-non smettiamo di coltivare la pace interiore, ora che siamo abituati a stare con noi stessi
-coltiviamo la vicinanza con la natura grazie a un hobby all’aria aperta, facciamo movimento nel verde e godiamoci la luce del sole.