STIMA PRELIMINARE

Coronavirus, Istat: crollo record del Pil in Italia, nel primo trimestre -4,7%

La flessione del Prodotto interno lordo, legata al coronavirus, "è di un'entità mai registrata dall'avvio del periodo di osservazione dell'attuale serie storica che ha inizio nel 1995"

Il Pil italiano nel primo trimestre 2020 è calato del 4,7% sul trimestre precedente e del 4,8% sull'analogo periodo dello scorso anno. Lo comunica l'Istat nella stima preliminare, spiegando che il dato è corretto per gli effetti di calendario ed è destagionalizzato. La flessione del Pil, legata all'emergenza coronavirus, "è di un'entità mai registrata dall'avvio del periodo di osservazione dell'attuale serie storica che ha inizio nel 1995".

La variazione acquisita del Pil per il 2020 è invece pari a -4,9%.  

"Contrazione eccezionale per tutte le attività" Nel primo trimestre del 2020, secondo la stima preliminare, il Pil ha subito una "contrazione di entità eccezionale indotta dagli effetti economici dell'attuale emergenza sanitaria e dalle misure di contenimento adottate - rileva l'Istat -. Questa stima preliminare ha, come sempre, natura provvisoria e si basa sulla valutazione dell'andamento delle componenti dell'offerta e su un insieme ridotto di indicatori congiunturali. Il valore aggiunto segna un calo marcato e diffuso a tutte le attività economiche, particolarmente rilevante per l'industria e il terziario". 

"Giù tutte le componenti produttive" Secondo l'Istat la variazione congiunturale del Pil italiano nel primo trimestre "è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutte le principali componenti produttive. Dal lato della domanda, vi sono ampi contributi negativi sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta". Il primo trimestre del 2020 ha avuto lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al primo trimestre del 2019.

Inflazione azzerata ad aprile, ma vola il "carrello della spesa" La variazione dell'indice dei prezzi al consumo risulta nulla su base annua (da +0,1% del mese precedente). Lo rende noto ancora l'Istat, spiegando che per trovare un dato più basso occorre tornare indietro all'ottobre del 2016. La prima causa dell'appiattimento del tasso sta nella "dinamica dei prezzi dei beni energetici, che amplificano la loro flessione".  Ad aprile rincara intanto "in modo marcato" il cosiddetto "carrello della spesa", che include i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, con il tasso calcolato su base annua che dal +1,0% di marzo balza al +2,6%, portandosi a un livello di crescita che non si registrava dal febbraio 2017.