Dalle pistole ai lanciarazzi, passando per il combattimento corpo a corpo: Solid Snake, negli ultimi trenta (e più) anni, ha menato i cattivi in ogni modo possibile. David (questo il suo vero nome) incarna il prototipo dell’eroe d’azione perfetto per i videogiochi; “perfetto” non solo per la qualità di questa figura, ormai davvero un’icona del mondo videoludico, ma anche e soprattutto per il carattere e le capacità. Solid Snake non è un personaggio chiassoso le righe, ma un soldato perfetto – capace di mantenere la calma in ogni situazione e addestrato ad affrontare in solitaria le missioni più pericolose, facendosi largo tra schiere di nemici senza dare nell’occhio.
Sia lui che la saga che l’ha coinvolto, a più riprese, come protagonista, sono nati due volte. La prima nel 1987, avvenuta su MSX2 (e trasposta anche su NES di lì a poco), con Metal Gear, a cui seguì Metal Gear 2: Solid Snake, entrambi nati dalla mente dell’ormai celebre Hideo Kojima, al tempo ancora impiegato presso Konami. Qualche anno più tardi, in tempi non sospetti, la saga torna alla ribalta in grandissimo stile, approdando sulla prima PlayStation con Metal Gear Solid: un successo intramontabile, che ha rivoluzionato il modo di intendere le meccaniche di stealth nei videogiochi.
Per anni si è ipotizzato che il nome del personaggio derivasse da Iena Plissken (Snake Plissken in lingua originale), protagonista di Fuga da New York interpretato da Kurt Russell. Abbiamo dovuto aspettare molto tempo prima di sapere la verità, ma finalmente, nel 2014, Hideo Kojima ha rivelato che l’origine del nome in codice del buon David: l’appellativo “Snake” è stato scelto per rappresentare la natura dell’azione del gioco, incentrato sull’infiltrazione silenziosa; il director della saga, a quanto pare, non optò per una precisa razza di serpenti per mantenere una certa genericità del personaggio, dal momento che, a suo dire, il vero protagonista era il giocatore. L’altra parte del nome invece, “Solid”, venne scelta per indicare la natura dura e cruda del personaggio e dell’avventura di cui faceva parte.
Ma Solid Snake non è solo un generico esempio di eroe d’azione: nella capacità di mostrare lati diversi del suo carattere e della sua storia, oltre a quello del soldato impeccabile, sempre sul pezzo, la saga di Metal Gear ha trovato un altro grande punto di forza. Kojima lo ha paragonato al Lupin III della serie di Monkey Punch: stando al padre del cacciatore di Metal Gear, entrambi i personaggi sono in grado di smorzare la tensione con battute inaspettate... oppure di mettersi a flirtare con le ragazze – anche via radio, come può testimoniare Mei Ling.
Allo stesso modo, contribuiscono a dare spessore al personaggio anche difetti: non è un uomo privo di vizi (il fumo, nel suo caso) né di cicatrici – in Metal Gear Solid compare spesso il tema dello stress post traumatico, piaga sempre diffusa tra i veterani delle forze armate.
Solid Snake è un soldato addestrato all’uso di qualsiasi arma, ma l’utensile che forse lo contraddistingue di più – anche grazie al più o meno volontario effetto comico – è… la scatola di cartone. Ebbene sì. Infiltrandosi all’interno di basi sparse negli angoli più remoti del pianeta, piene zeppe di soldati armati fino ai denti, a David (e, prima di lui, al giocatore) può venire in mente di utilizzare degli scatoloni di cartone come nascondiglio mobile. La cosa più divertente? Che funziona!
Il nostro eroe è stato protagonista del primo e secondo Metal Gear, così come del primo capitolo per PlayStation e di Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots. Ha avuto un ruolo importante anche in Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty, ma ha trovato tempo anche di visitare altri franchise – come, per esempio, Super Smash Bros. o Bomberman.
E adesso? Nonostante la saga sia ormai arrivata a una conclusione, non si può mai sapere cosa avrà in serbo il futuro per uno dei più grandi soldati mai comparsi sui nostri schermi: quale sarà la sua prossima missione?