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L’accademia ai tempi della crisi: come la Digital Bros Game Academy forma i suoi studenti a distanza

Il direttore generale e co-fondatore Geoffrey Davis ci parla delle strategie per combattere la pandemia e mantenere la sua promessa: trasformare giovani talenti in professionisti dell'industria

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Da cinque anni, la Digital Bros Game Academy si impegna a offrire un futuro a coloro che sognano di entrare a far parte del mondo dei videogiochi e contribuire attivamente alla creazione di quei mondi virtuali che, oggi più che mai, consentono a milioni di giocatori di evadere dalla grigia realtà, di esplorare scenari fantastici, di vivere avventure memorabili pur restando confinati tra le mura domestiche. 

Attraverso quattro corsi accademici differenti, l’azienda stimola giovani programmatori, designer e artisti ad apprendere sul campo come si crea un videogame, a migliorarsi non solo con la teoria ma anche fattivamente, collaborando con gli altri, perfezionandosi e preparandosi a una carriera professionale che, per il 78% degli studenti dell’accademia, si è concretizzata con l’assunzione da parte di un esponente dell’industria.

Con la sua rapida diffusione, che ha messo in ginocchio l’intero pianeta nel giro di poche settimane, il Covid-19 ha rappresentato per molti di questi studenti la paura di vedere sfumati i propri sogni. La chiusura forzata delle aziende, l’auto-isolamento e l’impossibilità di riunirsi sotto lo stesso tetto avrebbero potuto infatti vanificare mesi di studio e preparazione se l’accademia non avesse reagito prontamente alle difficoltà.

Dallo scorso febbraio, la Digital Bros Game Academy ha scelto di iniziare a operare da remoto, continuando a gestire circa il 95% delle sue attività come se niente fosse e iniziando persino i preparativi per il prossimo anno accademico. Per gli studenti, il timore di dover ricominciare da capo si è dissolto nel giro di 24 ore.

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Tgcom24 e Mastergame hanno intervistato Geoffrey Davis, direttore generale e co-fondatore dell’accademia, per scoprire come l’azienda milanese sia riuscita ad affrontare le avversità e le sfide che la pandemia da coronavirus ha portato con sé, sfruttando la tecnologia per reinventarsi e garantire ai suoi studenti la normale prosecuzione delle attività accademiche a distanza.

LA DECISIONE – “Il giorno in cui ci siamo trovati di fronte all'emergenza e abbiamo compreso la gravità della situazione, abbiamo cominciato a correre”, afferma il direttore generale. “Già dalla prima ordinanza del 23 febbraio abbiamo preso la decisione, credo giustamente, di non aprire fisicamente l'Academy e di individuare una soluzione che ci permettesse di portare avanti l'attività”, prosegue Davis, che svela come la dirigenza abbia studiato una soluzione per consentire agli studenti di non perdere tempo prezioso. “Lunedì 24 febbraio eravamo già operativi con le prime lezioni e attività in remoto. Da lì è stato un crescendo”.

Padre di cinque figli, quattro dei quali vivono in casa con lui e la moglie, il co-fondatore dell’accademia spiega come la routine quotidiana sia ben presto diventata incredibilmente intricata quando ci si trova a incastrare le abitudini e le esigenze di tutta la famiglia, mantenendo allo stesso tempo inalterati i ritmi lavorativi e didattici. “La vita ha avuto un'accelerazione assolutamente inaspettata e surreale in termini di attività e cose di cui occuparsi”, confida Davis, che nonostante le difficoltà è riuscito, insieme al suo team, a far sì che la gestione dell’accademia non ne risentisse. “Noi stiamo continuando a svolgere il 90-95% delle attività, tra lezioni, progetti, seminari e workshop, come se fossimo nell’Academy. Siamo assolutamente allineati ai programmi dei nostri quattro corsi di Game Design, Game Programming, Concept Art per videogiochi e Game Art 3D”.

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REINVENTARSI A DISTANZA – Ma come si gestisce, da remoto, un’accademia che fa della collaborazione, dell’interazione e dello scambio tra tutor e allievo, il fulcro dell’intera azienda? L’idea di Davis e della dirigenza della DBGA è stata quella di trasferire buona parte di queste attività in videoconferenza, organizzando incontri, lezioni e appuntamenti quotidiani sfruttando software e tecnologie moderne.

In alcuni casi, la scelta è ricaduta su soluzioni in grado di permettere agli insegnanti di prendere il controllo del computer degli allievi, così da intervenire direttamente sulle loro creazioni e suggerire ai ragazzi come procedere al meglio. Il concetto, per quanto possibile, era di replicare a distanza la vita da accademia, e per farlo il gruppo si è avvalso della collaborazione di studi di sviluppo di videogiochi specializzati nel lavoro da remoto, cercando soprattutto di essere sempre presenti dal punto di vista psicologico.

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“Eravamo insieme ai ragazzi da sei mesi, durante i quali siamo riusciti a conoscerci molto da vicino”, commenta Davis. “La nostra formula accademica prevede che i ragazzi lavorino tra le 8 e le 10 ore al giorno, passando dunque la maggior parte della loro vita in Academy. C'è una grande accelerazione relazionale, passiamo molto tempo insieme. In sei mesi, ho visto gruppi di ragazzi molto capaci e motivati, con una grande passione e voglia di raggiungere il loro obiettivo: entrare nel mercato dei videogiochi. Ciò ha sicuramente giovato e aiutato gli studenti ad affrontare questo ‘remotismo’. Di sicuro, non nascondo il fatto che ci siano state delle difficoltà e sfide, non soltanto tecnologiche ma anche psicologiche”. Ci troviamo di fronte a un evento senza precedenti, nessuno era pronto per fronteggiare un'emergenza di questa entità e gestire sia la parte produttiva che quella psicologica”.

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Davis ha approfondito la questione del supporto emotivo nei confronti dei suoi ragazzi, sottolineando l’importanza del mantenere regolarmente i contatti con ciascuno studente per assicurarsi che la situazione non gravi eccessivamente sul morale. Dirigenti e tutor diventano per prima cosa un faro, un punto di riferimento a cui rivolgersi per trovare la forza di superare i momenti bui e guardare positivamente al futuro.

“Noi abbiamo una grande responsabilità nei confronti degli studenti: loro vengono da noi con un sogno e con l'esigenza di formarsi, di acquisire delle skill”, confida Davis. “Si tratta di una sfida già sufficientemente impegnativa da gestire in un luogo fisico, figurarsi dal momento in cui tutto deve essere affrontato in remoto”.

Per abbattere le distanze, la DBGA ha fornito agli studenti tutto il necessario: tavolette grafiche per coloro non le possedessero, software professionali e qualsiasi altro mezzo fosse indispensabile per la normale prosecuzione delle attività didattiche. Grazie al supporto dei suoi partner, l’azienda ha messo a disposizione degli studenti anche software avanzati per le videoconferenze, consentendo addirittura ai tutor di interagire con gli artisti prendendo il controllo dei loro schermi da remoto.

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“Abbiamo cercato di non avere freni classici o direzionali, ma di trovare delle soluzioni creative”, prosegue il co-fondatore dell’accademia. “La verità è che basta stare molto vicino ai ragazzi per capire quali sono le esigenze e che in questo momento bisogna andargli incontro. Abbiamo cercato, man mano perché la situazione si è evoluta, di allinearci alle esigenze, rispondendo in tempi molto rapidi, risolvendo le situazioni e le problematiche che emergevano”.


LE SFIDE CAUSATE DAL DIGITAL DIVIDE – Per Davis e tutto il gruppo che gestisce la Digital Bros Game Academy non sono certo mancate le difficoltà. Se buona parte dei ragazzi disponeva già degli strumenti professionali per continuare a sviluppare i propri progetti da remoto, aspetto che ha permesso all’azienda di dover fornire l’attrezzatura a un numero ristretto di studenti, a complicare i piani ci ha pensato il digital divide. “Alcuni ragazzi si sono trovati in difficoltà per quanto riguarda la linea internet, un problema di infrastruttura da non sottovalutare”, commenta Davis. “Una delle cose che spero che venga fuori da questa situazione, è che l'Italia viaggia a diverse velocità. Abbiamo bisogno di equilibrare l'accesso a questi strumenti indispensabili”.

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La voglia di conseguire il proprio obiettivo ha spinto gli studenti a sfruttare ogni mezzo a disposizione per fronteggiare l’annosa questione della banda larga e le incredibili differenze che, ancora oggi, impediscono a buona parte della popolazione di accedere alla fibra ottica o a connessioni più performanti. Ed ecco che, pur di partecipare a lezioni, seminari e workshop, gli studenti hanno sfruttato le connessioni mobile e il tethering, arrivando persino a farsi prestare il cellulare da genitori e famigliari una volta esaurito il credito pur di non interrompere la tradizionale “vita da accademia”.

Il direttore generale dell’accademia svela di non aver mai visto gli alunni così motivati e desiderosi di andare avanti nonostante il momento di difficoltà, impressioni confermate peraltro dai feedback che riceve quotidianamente dai famigliari.

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LA MARATONA E LA RIPARTENZA – “Quando sei in mezzo a una maratona, il tuo obiettivo è di arrivare al traguardo”, confida Davis. “È vero che ti stanchi, è vero che sudi, che a volte perdi la bussola, ma sai che devi arrivare al traguardo e qual è il percorso”. Il direttore generale sottolinea nuovamente l’importanza di stare vicino ai suoi studenti e di informarsi costantemente sul funzionamento di un sistema messo in piedi repentinamente per far fronte all’emergenza. “È importante analizzare costantemente la situazione, avere altre persone vicine che ti danno feedback grazie alla loro analisi. Non è stato facile, ma era qualcosa di necessario e doveroso”, prosegue

“Quando vedi i progressi e la qualità del lavoro svolto dagli studenti, pensi che sta funzionando e deve continuare a funzionare”, commenta con un pizzico d’orgoglio il co-fondatore della DBGA. “I ragazzi stanno lavorando bene, stiamo raggiungendo un obiettivo: non stai più correndo da solo, stai correndo insieme ad altre novanta persone, insieme al tuo team. È stancante e richiede a me e a tutto il team di applicare skill in modo differente. Ho imparato e continuo a imparare molto: ho capito che il tempo in cui dovremmo stare vicino ai nostri studenti e talenti, anche per nutrire questa linfa psicologica ed emotiva, è importante tanto quanto l'arte”.

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Davis e la dirigenza della Digital Bros Game Academy stanno già lavorando al futuro. In sostituzione del tradizionale Open Day, l’appuntamento annuale che consente agli interessati di scoprire come funziona la vita nella struttura in vista di un’iscrizione all’anno accademico successivo, il gruppo ha realizzato l’Open Day On Demand rigorosamente da remoto, e intanto conta di tornare al più presto a riunirsi sotto lo stesso tetto per proseguire le attività didattiche fino a metà agosto.

“Vogliamo essere sicuri che i ragazzi si sentano pronti, anche psicologicamente, per affrontare il mercato”, confida Davis. “La nostra idea è di aggiungere altre settimane a fine percorso per stare un po' più vicino ai ragazzi e aiutarli inoltre a preparare il portfolio di progetti e il curriculum vitae, per far si che possano muovere con sicurezza i primi passi nel mondo del lavoro”.

“Il nostro settore non è stato immune”, prosegue Davis, “ma sicuramente è stato un modo per le persone di sconfiggere le distanze. Spero che in Italia, un mercato che è un po' più indietro e più debole rispetto agli altri, questo possa far capire quanto sia importante investire negli sviluppatori”.

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C’è tanto a cui pensare, tanto da fare, ma per il direttore generale della DBGA si tratta di un motivo di crescita: “Ne usciremo sicuramente più forti e cresciuti, avendo imparato un sacco di cose nuove”, sostiene Davis. “Penso che aprirà a tantissime nuove opportunità di mercato. un'altra prova di quanto il mercato dei videogiochi sia importante per il nostro Paese, non soltanto come motore economico e come fonte di molte opportunità di lavoro, ma come piattaforma per la socializzazione e incontri tra persone”. 

Tra le opportunità, il co-fondatore dell’azienda pensa che la quarantena forzata abbia dimostrato ampiamente come il concept della DBGA possa essere esteso anche oltre i confini milanesi, magari sfruttando gli stessi mezzi tecnologici utilizzati durante la pandemia.  Davis non esclude che in futuro la Digital Bros Game Academy possa permettere anche agli studenti che per svariati motivi non possono recarsi fisicamente a Milano di accedere ai corsi formativi da remoto, partecipando in streaming e interagendo con gli altri studenti lavorando in smart working, ampliando ulteriormente l’offerta dell’accademia.

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