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Renzi contro Conte: "Un premier non può cambiare la Costituzione, non si può mettere in discussione la libertà"

Il presidente del Senato, Casellati: "Il Parlamento è escluso dalle scelte". Critiche anche dal Pd. Marcucci: "Sulla Fase 2 Conte ha sbagliato". La replica del premier: "Il lavoro è sempre stato collegiale"

"Un presidente del Consiglio non può con proprio decreto cambiare la Costituzione". Lo ha detto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, al Tg5. "Meno male che c'è la libertà d'opinione", ha aggiunto riferendosi alle parole di Conte. "Noi siamo dalla sua parte, ma non può essere un atto personale del premier, non si può fare con un dpcm. E' vero che la salute è importante, ma è importante anche la liberta e non può esser messa in discussione".

Pur riconoscendo tra i diritti-doveri dell'attuale responsabile di Palazzo Chigi quello di prendere decisioni, Renzi dice "basta" all'uso della decretazione, definendolo uno "scandalo istituzionale". Il leader di Italia Viva è duro: "Non possiamo calpestare i diritti costituzionali con un dpcm, trasformiamo il testo in un decreto e portiamolo in Parlamento". Nella sua e-news poi chiarisce che "non può esistere uno Stato etico che ti fa autocertificare se la tua relazione affettiva è stabile o saltuaria: se nessuno si indigna per questo, significa che abbiamo un problema. La libertà legittima il governo, non viceversa". 

Casellati: "Parlamento è escluso dalle scelte" Renzi non è l'unico a criticare l'operato del premier. Per il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, "il Parlamento che è il cuore della democrazia, è la voce dei cittadini, è escluso dalle scelte future. Ma il Parlamento è il primo interlocutore del governo, è lì che si realizza l'unità nazionale". "Occorre ripartire subito - sottolinea Casellati - con regole chiare e una programmazione puntuale su tutte le attività".

Marcucci (Pd): "Sul dpcm Conte ha sbagliato" Nella maggioranza è il capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Andrea Marcucci, a esprimere i suoi dubbi sull'operato del premier. "Credo che Conte abbia sbagliato sul crono-programma della fase due. La riapertura di bar e ristoranti il 1 giugno temo sia troppo lontana, il dpcm scade il 17 maggio, lasciamoci lo spazio per decidere di volta in volta se ci sono margini per aprire prima, o per testare le aperture nelle regioni dove la curva epidemiologica è più rassicurante".

La replica del premier: "Parlamento è sempre stato rispettato" "Sono decreti del presidente del Consiglio, ma quello del governo è un lavoro collegiale, e anche con gli enti locali e le Regioni", è la replica di Conte durante la sua visita a Piacenza. "Per la natura di questa epidemia, bisogna decidere, bisogna intervenire anche in poche ore. Questo non significa che le prerogative del Parlamento non siano state rispettate. Io sono stato più volte in Parlamento, ho incontrato maggioranza e opposizione, i decreti legge saranno ovviamente convertiti dal Parlamento".

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