Il Tribunale di Sorveglianza di Sassari ha disposto la scarcerazione di Pasquale Zagaria, recluso al 41 bis, fratello del superboss dei Casalesi Michele Zagaria, in quanto le strutture sanitarie dell'isola non avrebbero potuto garantirgli la prosecuzione dell'iter terapeutico per una grave patologia da cui è affetto. Negati invece al capomafia Nitto Santapaola i domiciliari in quanto le limitazioni dovute al regime di 41bis "lo proteggono dal rischio di contagio".
Per evitare la scarcerazione di Zagaria, i magistrati hanno anche chiesto il suo trasferimento in un altro istituto, ma "dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria - si legge nel provvedimento della Sorveglianza - non è giunta risposta alcuna". In assenza di alternative, quindi, il Tribunale ha disposto la detenzione domiciliare del boss nel bresciano. Si tratta di una scarcerazione, al pari di altre, su cui il ministero della Giustizia vuole vederci chiaro: per questo il Guardasigilli Alfonso Bonafede ha incaricato gli ispettori di Via Arenula di svolgere accertamenti.
Sorte diversa, invece, per Nitto Santapaola, 81 anni, detto "il cacciatore", rinchiuso nel carcere di Opera. "E' ristretto in regime di 41bis" e "quindi in celle singole e con tutte le limitazioni del predetto regime che lo proteggono dal rischio di contagio": ha scritto il giudice nella motivazione con cui ha bocciato la richiesta di differimento pena ai domiciliari per motivi di salute del capomafia. L'istanza era stata presentata nei giorni scorsi dal suo difensore e la direzione del carcere - che in una nota descrive Santapaola come "soggetto di elevata pericolosità sociale, uno dei massimi esponenti di Cosa Nostra" - l'aveva inoltrata alla Sorveglianza insieme ad una relazione sanitaria sulle condizioni di salute del boss.
Nei giorni scorsi altri detenuti sono stati scarcerati e questo ha suscitato un gran vespaio, anche politico, con l'opposizione all'attacco e il governo che ha parlato di
"strumentalizzazione" di una circolare del Dap che voleva essere solo un monitoraggio dei reclusi al 41 bis che, per età e condizioni di salute, potrebbero teoricamente godere del differimento della pena. Decisione, è stato ricordato, che spetta comunque al magistrato. Ed oggi dal ministero della Giustizia si apprende che sempre il Dap sta lavorando ad un'altra circolare, destinata ai direttori delle carceri, in base alla quale le istanze alla magistratura di sorveglianza dei detenuti appartenenti al circuito dell'alta sicurezza, o sottoposti al 41 bis, dovranno essere trasmesse alla procura nazionale antimafia e a quella distrettuale.