Dopo le polemiche per l'alto numero di morti, l'assessore al Welfare lombardo, Giulio Gallera, ammette che le Rsa non erano la soluzione migliore per i malati di coronavirus. "I controlli ci sono stati, le Ats avevano il compito di sorvegliare e adesso stiamo andando a verificare situazione per situazione - ha detto in un intervento televisivo -. E' chiaro che, forse, quello delle Rsa è un modello che non ha le capacità per gestire pazienti Covid".
La delibera sulle Rsa "la rifarei per il bene dei mei concittadini", ha quindi precisato. "Rispetto alle polemiche sorte dopo, forse era meglio lasciare che 150 persone non trovassero posto in ospedale", ha aggiunto provocatoriamente Gallera, sottolineando che così ci sarebbero state meno polemiche.
"Non è necessaria zona rossa a Milano" Nonostante l'aumento di contagi registrato negli ultimi giorni soprattutto in città, a Milano "non è necessario istituire una zona rossa", ha assicurato Gallera. I dati, ha spiegato l'assessore, "sono numeri assoluti" perché a volerli analizzare in proporzione alla popolazione "la situazione è migliore", dato che nel capoluogo lombardo i residenti superano quota 1,4 milioni. Inoltre "risentono dell'ampliamento delle categorie a cui vengono fatti i tamponi. Non è un dato che evidenzia una criticità di carattere sanitario. Gli ospedali liberano posti letto, si riducono i ricoveri in terapia intensiva, nei pronti soccorso arrivano molte meno persone con sintomi da Covid e in una forma più leggera rispetto a prima".
"Al lavoro per ripartenza graduale il 4 maggio" "Stiamo lavorando per una ripartenza graduale dal 4 maggio. E' chiaro che bisogna essere estremamente prudenti - ha detto ancora -. Il rischio che ci sia una nuova fiammata del contagio, quindi nuovi focolai, oggettivamente c'e', ce lo dicono tutti gli scienziati. Questo vuol dire agire con grande prudenza e in maniera graduale".
"Non si apre senza massime misure anti-Covid" Secondo l'assessore "non si apre senza il massimo delle misure anti-contagio". Dobbiamo convivere con questo virus, di fronte al quale siamo indifesi perché non c'è una cura definita e non c'è un vaccino. Stiamo riuscendo a ridurre la sua contagiosità. La strada a questo punto non è solo quella di stare a casa ma di uscire protetti". In questo senso "distanziamenti, mascherine, gel disinfettanti davanti ai negozi e il controllo della temperatura sono fondamentali". L'obiettivo, ha aggiunto, "e' gestire in maniera controllata la quotidianita'. Non saremo mai a contagio zero, ma bisogna saperlo gestire e governare con attenzione".