"Nemico invisibile". E' quello che sta mettendo il mondo in ginocchio, un virus insidioso che ha rivoluzionato le nostre vite. Ed è il titolo dell'iniziativa solidale che vede insieme Mario Biondi, Annalisa Minetti e Marcello Sutera per il singolo benefico "Il nostro tempo". "Cantare è quello che sappiamo fare meglio - dice a Tgcom24 -. Se può portare un po' di sollievo a qualcuno che soffre, perché non farlo?".
Il brano, scritto da Biondi e dalla Minetti con Veronica Brualdi, vede la partecipazione di tanti artisti amici che non ci hanno pensato un attimo a dire di sì in questi tempi difficili. Ci sono Dodi Battaglia, Gaetano Curreri, Petra Magoni, Jean-Paul Maunick (Incognito) e il rapper Andrea Callà, insieme a tanti vocalist, artisti e musicisti che hanno aderito con forza, energia e vitalità. "Il nostro tempo" è solo il primo brano di una serie di incisioni audio eseguite da diversi artisti e guest. Ogni registrazione sarà effettuata all'interno delle rispettive abitazioni e le canzoni verranno pubblicate esclusivamente attraverso le piattaforme digitali. Quanto ricavato, sarà devoluto ad “Auser”, un'associazione di volontariato che porta avanti iniziative di sostegno per le persone più fragili, sole e anziane durante l’emergenza sanitaria per il coronavirus. Per la precisione saranno devolute tutte le somme raccolte attraverso le varie piattaforme digitali di downloading e di streaming, la monetizzazione delle visualizzazioni del videoclip sul canale YouTube, gli introiti editoriali e le somme derivanti dalle vendite delle T-shirt dedicate, sul conto corrente bancario preposto all’iniziativa (informazioni sull'iniziativa su Facebook e Instagram) .
"E' un periodo veramente terribile - dice Biondi -. Io abito a Parma, che per qualche settimana è stata l'epicentro in Emilia Romagna. Ho perso parecchi amici, in questa maniera dolorosissima, ti trovi a piangere una persona senza nemmeno poterla vedere o salutare un'ultima volta".
Come è nata questa iniziativa?
Ci siamo sentiti con Annalisa. Prima ci siamo dimostrati grande affetto, lei è veramente una persona buona, di cuore. Lei mi ha detto che voleva fare qualcosa per Auser, un'associazione per l'invecchiamento attivo, e dal momento che anche io sentivo l'esigenza di impegnarmi in prima persona, da lì a parlare di un progetto in comune il passo è stato davvero brevissimo. Noi facciamo i cantanti, è la cosa che ci viene meglio, perché non farla? Se si può dare un po' di sollievo a chi soffre perché no? Eppure...
Eppure?
Mi sono trovato davanti tanti muri, tanti ostacoli. Gente che mi diceva che non era il caso, che non era opportuno...
© Ufficio stampa
Per quale motivo?
Intanto perché qualcuno avrebbe potuto interpretare male la cosa, pensare che stessimo lucrando, usando questa tragedia per darci visibilità. E solo il pensiero di questa accusa mi fa venire i brividi. Dall'altra parte ci sono stati subito quelli che hanno iniziato a dire che avremmo dovuto coinvolgere qualche nome più mainstream per avere più visibilità...
E tu cosa hai fatto?
Siccome dei benpensanti non me ne è mai fregato nulla, ho semplicemente fatto quello che mi rende felice.Che in questo caso è cantare ma anche chiamare 25 persone per chiedere di farlo con me, e ricevere subito 23 sì entusiasti. Amici, collaboratori, ex collaboratori
Tra questi anche Dodi Battaglia e Gaetano Curreri...
Sì, che non ci hanno pensato un attimo. Sentire Dodi, che per me è un mito, un mostro sacro della nostra musica, dirmi "dimmi cosa ti serve, sono a tua disposizione", è stata un'emozione. E anche Gaetano mi ha detto sì in un attimo.
Avete tutti lavorato a distanza?
Sì, ovviamente, in questo periodo non avremmo potuto fare altrimenti. E' stato bello perché ho conivolto anche artisti giovanissimi e qualcuno era preoccupato di non avere dei mezzi adeguati, tipo uno studio in casa o altro. Ma ce la siamo cavati benissimo, ho detto loro di fare anche con un telefonino, che sarebbe andato benissimo comunque. Tra l'altro abbiamo creato un gruppo su Whatsapp per coordinarci e si è creata un'unione bellissima.
Qual è l'obiettivo di questa canzone?
Al di là della raccolta fondi vorrei che portasse un'energia pulita, sana. Anche se arrivasse a solo due persone, può fare del bene, ne sono convinto. E questo già mi basterebbe.
La canzone è una sorta di preghiera, che si rivolge direttamente a Dio...
In questi momenti bisogna spogliarsi dell'atteggiamento qualunquista. Oggi, che tu sia credente o no, qualunque sia il Dio in cui credi, possiamo dire veramente di essere nelle mani di Dio. Perché noi siamo simili al virus: ci nutriamo di questo pianeta ma alla fine lo abbiamo distrutto, e quindi dobbiamo affidarci a Dio.
POTREBBE INTERESSARTI: