Una strage

Coronavirus, la testimonianza di chi lavora in una Rsa di Modena: “Positivi e negativi erano tutti mischiati”

A “Quarta Repubblica” anche i racconti dei figli degli ospiti di una struttura di Civitavecchia: “Mia mamma in ospedale è stata definita paziente scadente”

“Gli ospiti positivi e negativi tutti mischiati. Tu li guardi mentre stanno morendo e non puoi fare niente”. A raccontare a “Quarta Repubblica” quello che secondo lui sarebbe successo all’interno di una Rsa di Modena è un operatore sociosanitario che ha voluto rimanere anonimo. E' un collega di Anna Caracciolo, 36 anni, deceduta il 7 aprile dopo aver passato giorni con la tosse a contatto con i pazienti. “Lei ha chiesto varie volte alla struttura la mascherina ma è arrivata troppo tardi”, racconta il collega.

Una situazione d’emergenza come in tante altre strutture italiane. Racconta la figlia di Agata, 75 anni e residente in una Rsa di Civitavecchia dove ci sono stati diciotto decessi: “E’ arrivata in ospedale malnutrita e disidratata: per lei hanno usato le parole paziente scadente”. Ora la signora non si dà pace: “Noi abbiamo fatto un esposto perché non sono state prese le precauzioni”.