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Coronavirus: 3.493 nuovi casi e 575 morti in Italia, record di guariti | L'indice di contagio R0 scende a 0,8

In Lombardia meno di mille pazienti in rianimazione. Governo al lavoro sul decreto di aprile, mentre si studia una riapertura a più velocità. L'Oms: "Certa una seconda ondata, serve cautela"

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Torna a scendere la curva dei nuovi contagi da coronavirus in Italia: sono 3.493 nelle ultime 24 ore, contro i 3.786 di giovedì. Il dato, che porta il totale dei casi a 172.434, non è l'unico positivo del nuovo bollettino diffuso dalla Protezione civile. Dalle terapie intensive sono usciti 124 pazienti, mai così tanti prima, e la Lombardia è scesa sotto i mille ricoveri in rianimazione. In tutto il Paese dai reparti ordinari sono stati dimessi in 1.107 e la percentuale dei positivi sul numero dei tamponi è al 5.35%, la più bassa dall'inizio dell'epidemia, in sostanza un malato ogni 18,8 test.

Sono 42.727 le persone guarite, 2.563 più di ieri. Resta tuttavia alto il numero dei morti, 575 nelle ultime 24 ore, ma - sottolinea il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli - è anche vero che ci sono 13 tra Regioni e Province autonome che fanno registrare un aumento dei decessi inferiore a 10. Ed è proprio Locatelli ad annunciare che il temuto indice di contagio "R con zero", il dato che potrebbe guidare i tempi delle riaperture, "è già sotto il valore 1, ora è attorno allo 0,8". 

Sulle date per il via della "fase 2" non c'è ancora nessuna certezza. La task force voluta dal governo starebbe valutando la possibilità di riaperture differenziate per macroaree a seconda della diffusione del contagio, con un monitoraggio dopo 15 giorni per verificare la tenuta del contenimento. Il 4 maggio potrebbero ripartire, seppur con limitazioni e divieti, anche bar, ristoranti e parchi, ma Palazzo Chigi parla di ipotesi non definitive. Ad invitare alla prudenza è Walter Ricciardi, rappresentante italiano dell'Oms e consulente del ministro della Salute: "La seconda ondata epidemica è certa, con riaperture accelerate arriverebbe prima, serve prudenza", dice.

E mentre il governo lavora al decreto di aprile, con il prolungamento di tutti i sostegni al reddito, dall'osservatorio dell'Istituto superiore di sanità arrivano i primi dati sulle Residenze sanitarie per anziani. E sono numeri che parlano di una strage: fra i 6mila e i 7mila morti da inizio febbraio, con sintomi di Covid in oltre il 40% dei deceduti. Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, si difende: sulle Rsa "non abbiamo assolutamente sbagliato niente". I decessi a Bergamo sono stati cinque volte superiori agli anni passati, quelli a Brescia sono triplicati.

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