L'idea è nata ascoltando al telefono i racconti di amici medici che da Roma sono partiti per dare una mano agli ospedali del nord. Così Ferzan Ozpetek ha deciso di lanciare un appello: istituire una "Giornata dei camici bianchi", da celebrare ogni anno, il 20 febbraio, "per onorare l'impegno e il sacrificio di tutti gli operatori sanitari durante l'emergenza coronavirus". Il regista ha già ottenuto il sostegno della Siae, che ha lanciato una petizione e rivolto un appello al presidente della Republica Mattarella.
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"Vorrei che se un bambino, magari tra 10 anni, ci chiedesse 'Che vuol dire Festa dei Camici Bianchi?', potessimo raccontare le storie delle donne e degli uomini che hanno lavorato e si sono sacrificati per aiutare gli altri - spiega il regista - Sarà anche una giornata di ricordo per quelli che hanno perso la vita, ma soprattutto di festa e ringraziamento per tutti coloro che lavorano negli ospedali. Persone che non possiamo, non vogliamo, non dobbiamo dimenticare quando questa emergenza sarà finita".
La data proposta da Ozpetek - e suggerita al regista da Luciana Littizzetto - è il 20 febbraio, giorno in cui Annalisa Malara, anestesista dell'Ospedale di Codogno, ha scoperto che Mattia, il 38enne identificato come "paziente Uno", era stato attaccato dal coronavirus.
La risposta non si è fatta attendere: in queste ore ci sono già 144 adesioni di grandi nomi dello spettacolo e della cultura, da Alessandro Gassman a Carlo Verdone, da Caterina Caselli Alessandro Cattelan, da Al Bano ad Alba Rohrwacher. E poi Diodato, Carla Signoris, Andrea Bocelli, Carlo Degli Esposti, Andrea Purgatori, Ambra Angiolini, solo per citarne alcuni.
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