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Casse premio nei videogiochi, l'ente americano ESRB corre ai ripari

Una nuova etichetta sarà applicata nelle confezioni dei videogiochi per comunicare la presenza di loot box contenenti oggetti casuali

IGN

Il mondo dei videogiochi continua a evolversi, con gli sviluppatori che continuano a esplorare nuove forme di monetizzazione con cui massimizzare gli introiti provenienti dai loro prodotti. In alcuni casi, come le loot box (le famigerate casse premio che donano oggetti casuali in cambio di denaro reale), si corre tuttavia il rischio che un simile fenomeno si avvicini pericolosamente al gioco d'azzardo. È per questo che l'ente ESRB, che si occupa di valutare e classificare i videogiochi negli Stati Uniti, ha deciso di inserire un nuovo metro di valutazione sul mercato americano.

L'organizzazione ha infatti deciso di cambiare la sua etichetta In-Game Purchases, nata per informare l'utenza della presenza di contenuti acquistabili in cambio di denaro, con la nuova dicitura Includes Random Items, che vuole per l'appunto testimoniare come gli oggetti ottenibili acquistando queste casse premio siano generati casualmente, senza certezza che il giocatore ottenga quello di cui ha effettivamente bisogno.

Così facendo, l'ente ESRB tenta di sensibilizzare i consumatori statunitensi e metterli in guardia sulla presenza di sistemi che consentono di ottenere ricompense (si tratti di elementi puramente estetici o di oggetti utili per la progressione all'interno del gioco) in modo del tutto imprevedibile, spingendo gli utenti a continuare a spendere soldi fino a che non si otterrà l'oggetto virtuale desiderato.

Si tratta di una gradita evoluzione per un'etichetta nata solo nel 2018, quando le loot box presenti in Star Wars Battlefront 2 spinserò il gruppo ESRB ad agire in seguito a una feroce reazione da parte degli acquirenti del videogioco di Electronic Arts.

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