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Coronavirus, anche il Festival di Sanremo a rischio? Ipotesi di slittamento di uno, due mesi

Il proprietario dell'Ariston Walter Vacchino non esclude il rinvio

agenzia

"Serve un’ampia riflessione. Se la data di inizio febbraio non permette di fare un Festival con luci, lustrini e tutto il resto, allora può essere che si pensi di spostarlo in avanti di uno o due mesi...". Parola di Walter Vacchino, patron del Teatro Ariston, sede storica del Festival di Sanremo, che, intervistato da SanremoNews.it, ha fatto il punto sull'emergenza Covid 19, ipotizzando un rinvio della kermesse da febbraio a marzo o aprile.

Se restrizioni e obbligo di distanziamento sociale resteranno in vigore, a causa del protrarsi dell'emergenza sanitaria, anche il Festival di Sanremo dovrà quindi fare i conti con uno slittamento. Impensabile un afflusso di persone e presenze come quello che si verifica durante la kermesse. Bisognerà naturalmente aspettare l'evoluzione della pandemia e le direttive mediche e governative prima di suscitare allarmismi, ma l'ipotesi slittamento resta tuttavia concreta. 

"L’altra ipotesi" ha detto Vacchino, "quella più ottimistica, è che ai primi di febbraio la situazione sia tale da permettere, rispondendo a certe norme, di godersi lo spettacolo come in qualsiasi altro teatro. C’è un’ultima ipotesi che non voglio nemmeno tenere in considerazione…".
Ne conseguirebbe naturalmente, in caso di spostamento, anche un necessario rinvio dell'Eurovision Song Contest.

Ma si tratta per ora solo di ipotesi in attesa di conferme.

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