Dalla Spagna all'Austria, dalla Germania alla Danimarca, l'Europa cerca timidamente di passare alla fase 2 dell'epidemia da coronavirus, anche se altri come Francia e Gran Bretagna mantengono il lockdown. Si teme una seconda ondata di contagi: ad alimentare la paura i dati che arrivano dalla Cina, di nuovo alle prese con un aumento delle infezioni, sia di origine locale sia importate dall'estero. Intanto il numero di casi nel mondo ha superato il milione e 900mila.
La Spagna riparte da fabbriche e cantieri Indossare una mascherina protettiva diventerà la norma per poter riprendere la vita di sempre, o qualcosa che le somigli, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità. Tutti dovranno difendersi. In Spagna, il governo ha deciso di distribuire 10 milioni di questi dispositivi nel corso della settimana per accompagnare il rientro nelle fabbriche e nei cantieri degli operai dei comparti edile e manifatturiero, primi settori non essenziali a riaprire i battenti.
Nel Paese il bilancio delle vittime è tornato nuovamente a scendere - 517 morti in 24 ore - e i nuovi contagi si sono attestati al livello più basso da tre settimane a questa parte. Una tendenza, frutto delle misure di confinamento adottate dal governo, che ha convinto il premier Pedro Sanchez ad allentare la morsa delle restrizioni. Anche se la ripartenza è stata contestata e ritenuta imprudente da molti operatori sanitari e da una parte delle forze politiche e amministrazioni territoriali, come la Catalogna.
La maggior parte della popolazione tuttavia resterà ancora bloccata nelle proprie case, mentre negozi, bar e altri spazi pubblici rimarranno chiusi almeno fino al 26 aprile. "Sono ancora misure difficili ma dobbiamo mantenerle in atto, nonostante le cifre", ha ammonito il ministro della Sanità Salvador Illa.
In Austria curva dei contagi appiattita In Austria, tra i primi Paesi a decidere la chiusura dopo l'Italia e tra i primi che ora ripartono dopo avere appiattito la curva dei contagi, la mascherina sul viso sarà obbligatoria per clienti e lavoratori dei piccoli negozi e delle aziende artigiane, che riaprono domani, a esattamente un mese di distanza dal lockdown deciso dal cancelliere Sebastian Kurz. Anche sui mezzi pubblici scatterà l'obbligo di coprire naso e bocca, già in vigore nei supermercati, e sempre domani saranno riaperti i giardini pubblici statali, seppure con limitazioni. A maggio, se tutto andrà bene, potranno essere riavviati tutti gli altri negozi più grandi e i parrucchieri. A seguire, bar, ristoranti e alberghi.
La Germania si muove verso una progressiva revoca delle restrizioni In Danimarca, dopo settimane di chiusura per l'emergenza, da mercoledì inizieranno a tornare a scuola e negli asili i bambini, a scaglioni. E i prossimi a ripartire potrebbero essere i tedeschi: anche la Germania si muove verso una progressiva revoca delle restrizioni, man mano che continua a scendere il numero di nuovi contagi e mentre i morti restano molto al di sotto del livello registrato in altri Paesi europei. L'accademia delle scienze nazionale ha raccomandato un graduale allentamento delle misure: il parere sarà la base per una decisione che sarà presa mercoledì dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dai presidenti dei 16 Land.
Piano coordinato riapertura per New York e 5 Stati Usa Intanto, negli Usa i casi di coronavirus sono arrivati ad oltre 572mila e i morti hanno superato quota 23mila. Sei Paesi del nordest degli Stati Uniti stanno formando un gruppo di lavoro che metta a punto un piano coordinato per la riapertura delle attività economiche dopo lo stop dovuto al coronavirus. Si tratta di New York, Connecticut, New Jersey, Pennsylvania, Delaware e Rhode Island. Ogni Stato nominerà un dirigente sanitario e uno economico, che siederanno nel gruppo di lavoro insieme ai capi di gabinetto dei rispettivi governatori.
Ma Trump: "Spetta a me riaprire il Paese, piano quasi pronto" L'iniziativa è partita da New York, ma il presidente americano Donald Trump ha rivendicato di avere lui "l'autorità suprema" per far ripartire l'economia degli Stati Uniti. "Siamo vicini a completare il piano per riaprire il Paese", ha detto.
In Brasile oltre 23mila contagi, più di 1.300 morti Sono saliti a 23.430 i casi confermati di Covid-19 in Brasile, dove si contano 1.328 morti. Lo ha rivelato il ministero della Salute, nel bollettino quotidiano. I decessi nelle ultime 24 ore sono stati 105, mentre i nuovi contagi sono stati 1.261. San Paolo si conferma la città più colpita dalla pandemia di coronavirus, con 8.895 positivi e 608 decessi. In una settimana, il numero dei casi mortali ha subito un'impennata del 99 per cento.