LA SITUAZIONE PANDEMIA

Coronavirus, l'epidemia non è battuta: oltre 4mila nuovi malati | E il caso Milano continua a preoccupare

La curva a livello nazionale è stabile ma in Lombardia ci sono troppi casi. Il comitato scientifico invita alla prudenza

© Tgcom24

Centomila malati di coronavirus in cura tra ospedali e domicili. Numeri impressionanti quelli resi pubblici dalla Protezione Civile. Oltre 4mila malati in più in 24 ore. E mentre la curva dell'epidemia rallenta a livello nazionale, il caso Milano dà preoccupazione: 520 casi in un giorno. Si contano altre 619 vittime ma aumentano fortemente i guariti: 2.079 più di venerdì (32.534 in tutto).

Il Coronavirus sfonda in Italia il muro dei 100mila malati in contemporanea, 1.996 dei quali registrati in un solo giorno, e altri 619 morti che fanno salire a 19.468 il numero delle persone decedute dall'inizio dell'epidemia. Cala a 3.381 il dato dei ricoveri in terapia intensiva (116 in meno rispetto a venerdì) e tra le notizie buone ci sono i 2.079 guariti in 24 ore, che fanno salire a 32.534 il conto complessivo.

"La strada è ancora lunga", "l'emergenza è tutt'altro che superata" è il mantra che non si stanca di ripetere nessuna delle persone che hanno responsabilità nella gestione della crisi, e il timore è che, complice il bel tempo, il weekend di Pasqua porti tanti ad uscire di casa. Di qui i controlli stringenti delle forze dell'ordine.

Governo e Regioni lavorano alle prossime misure, economiche e di distanziamento, che partiranno a breve e accompagneranno il Paese verso l'uscita dall'isolamento sociale. Dopo la decisione di riaprire le librerie, in Lombardia, fa sapere la Regione, rimarranno chiuse per l'ancora troppo alto ancora il pericolo di contagi. Nel Lazio si pensa a ingressi contingentati e obbligo di guanti e mascherine.

Gli Stati Uniti verso i 20mila morti, superata l'Italia - E all'estero il Covid-19 viaggia a velocità impressionante. Più di mezzo milione di casi e quasi 20mila morti negli Stati Uniti che si confermano essere il focolaio mondiale del coronavirus superando anche l'Italia per il numero di decessi.  Nell'area di New York nelle ultime 24 ore sono morte 783 persone, nonostante ciò il dibattuto è acceso su quando riaprire l'America. Donald Trump vuole farlo il prima possibile, ma i governatori dei maggiori stati sono cauti, se non addirittura scettici, all'ipotesi di una riapertura a breve, già in maggio.     

Decidere come e soprattutto quando "liberare" gli americani dalle restrizioni e consentire alle aziende di tornare operative "è la decisione più grande di tutta la mia vita", ammette il presidente assicurando che si circonderà delle "menti migliori" per prenderla. "Ascolterò tutti ma alla fine la decisione è la mia", aggiunge. Trump frena comunque sull'ipotesi di riaprire agli inizi di maggio: non c'è infatti una data scritta nella pietra, tutto dipenderà dalle considerazioni sanitarie. 

Normalità solo con vaccino, incognita sui tempi - Che non sarà un ritorno alla normalità per nessuno è ormai chiaro. Ma lo hanno ribadito anche il ministro della salute Roberto Speranza e il commissario straordinario Domenico Arcuri, in due contesti diversi, alla vigilia delle feste di Pasqua (considerate a rischio contagio), a lanciare un messaggio netto di cautela che frena gli entusiasmi sui termini e sulle modalità della ripresa: senza vaccino nulla sarà come prima.  Anche nella "fase 2" quindi le attenzioni dovranno essere alte fino a quando da qualche laboratorio del mondo non arriverà l'annuncio del risultato raggiunto, con la fine dei test e successivamente il via libera alla produzione. Ma restano due incognite: quella dei tempi per l'arrivo del vaccino e quella dei tempi della chiusura dell'emergenza in Italia. 

I tempi per il vaccino non possono essere brevissimi, ci vorranno comunque diversi mesi, anche nelle previsioni più ottimistiche. Ma il presidente della Societòà Italiana di Pediatria Alberto Villani, ha lanciato un messaggio di speranza affermando che potranno essere bruciate le tappe. "Normalmente per arrivare ad un vaccino da commercializzare il tempo medio è di 2-3 anni. In quest'occasione penso che i tempi saranno molto molto più brevi, sicuramente non saranno quelli abituali per un vaccino", ha detto durante la conferenza stampa della Protezione Civile. La forbice secondo gli esperti può andare da poco meno di anno (i primi mesi del 2021) a quasi un anno e mezzo per avere le dosi con rifornimenti massicci.