Giulia Molino, dall'incubo dell'anoressia al sogno della musica: "Felice di aiutare con le mie canzoni"
Protagonista dell'ultima edizione di "Amici", la cantante ha pubblicato l'album "Va tutto bene", che contiene il brano "Nietzsche", in cui racconta il dramma che ha vissuto. Tgcom24 ne ha parlato con lei
E' stata una delle protagoniste assolute dell'ultima edizione di "Amici" contendendo la vittoria a Gaia fino alla finalissima. Giulia Molino adesso si gode i risultati del suo album "Va tutto bene", che ha superato i 2 milioni di stream in attesa dell'uscita fisica, il 24 aprile. "In 'Nietzsche" racconto la mia lotta con l'anoressia - dice a Tgcom24-. Spero la mia musica possa essere un aiuto a che è nella stessa situazione".
Nel talent di Maria De Filippi Giulia Molino ha avuto modo di dimostrare la sua capacità interpretativa e un talento nella scrittura, in particolare nell’esecuzione di un brano intenso come “Nietzsche”, nel quale ha raccontato la sua battaglia con l'anoressia. Giulia è come tutti in isolamento forzato per l'emergenza coronavirus e per adesso inganna il tempo come può... "La prima cosa che farò quando tutto sarà finito sarà andare a Napoli, fare una passeggiata a Mergellina, mangiarmi una sfogliatella calda e spero che la mia prima data sarà lì - dice -. Intanto sul mio profilo Instagram, ogni sera alle 21 sono in diretta per stare in contatto con i miei fan".
Facciamo un passo indietro nella scuola. L'esperienza ad "Amici" è stata come te l'eri immaginata?
Sicuramente non era quello che mi aspettavo. Non credevo avrei dovuto mettermi in gioco a 360 gradi. Vedendo dall'esterno non avevo mai fatto i conti con il fatto che sarebbe stato difficile anche emotivamente. Molti hanno visto soprattutto una Giulia piangente ma sono molto emotiva. Stando lì ti rendi conto che la chiave di tutto è essere veri e sinceri. Sai che devi vivere quel percorso come non esistessero telecamere o altro, proprio come una scuola normale, un percorso formativo classico. Non mi pento di nulla perché sono stata me stessa.
Quanto ti sono servite critiche e consigli dei professori?
Nel mio caso ho ricevuto dai consigli soltanto da parte della Pettinelli e di Stash. Il secondo mi aveva consigliato di lavorare sul timing. La Pettinelli mi ha detto che ero "too much" ho colto il consiglio e mi sono messa a lavorare. Ho lavorato molto su questo, sul fatto che potessi sembrare estrema nelle emozioni cantando. Nell'ultimo periodo le osservazioni le ho prese meno bene perché dopo 5 mesi di "aggiungi e togli" ho capito che a qualcuno non sarei piaciuta comunque e che quindi avrei dovuto essere me stessa e basta. Nell'ultiimo periodo stavo perdendo di vista chi fossi veramente e così per una questione di sanità mentale ho capito che dovevo andare per la mia strada.
C'è qualcuno invece a cui ti senti di dire grazie fuori dalla scuola?
Prima di entrare ad "Amici" Carlo Varello è stato la mia ancora di salvezza. E' arrivato nel momento in cui io ero disillusa da questo mondo. Ho fatto provini da quando ero piccola e nel 2017 il provino di Amici, dove mi hanno escluso al passaggio finale, è stata la mazzata. Avevo deciso di fermarmi. Ma lui è arrivato ed è cambiato tutto. Non è solo un produttore: per me è un padre, un fratello.
Dall'eliminazione alle selezioni nel 2017 alla finale oggi: cosa è cambiato in te da allora?
Probabilmente il mio approccio alla musica. Prima la vivevo come un dovere morale verso me stessa e i miei genitori che hanno fatto sempre tanti sacrifici. Volevo fare la cantante. E c'è grande differenza tra voler fare ed essere una cantante. In questi anni ho imparato ad amare la musica, a scrivere, c'è stata un'evoluzione nel modus operandi.
Quando sono nate le canzoni di questo disco?
Alcune sono nate all'interno della scuola, altre poco prima. Nascono dal racconto di me stessa. Anche le persone che hanno collaborato alla stesura dei brani sono persone che ho avuto modo di conoscere, che mi vogliono bene e che conoscono bene o male la mia vita. Tutti i brani derivano dal desiderio di raccontarmi. Ogni pezzo fa parte di me.
Tra le canzoni che hai presentato c'è "Nietzsche", un brano in cui ti sei messa a nudo raccontando la tua lotta con l'anoressia...
E' nata di getto, in poche ore. Inizialmente non era nemmeno una vera canzone ma solo un testo in rima in cui avevo bisogno di raccontarmi.
E' per questo che hai deciso di farla in forma rappata, a differenza di tutte le altre canzoni del disco?
Ho sempre ascoltato musica urban nonostante non abbia mai cantato musica rap. Così un giorno ho pensato di adattare un beat a questo testo. E mi sono accorta che mi divertiva molto. Quindi non è detto che in futuro la mia strada non possa evolversi verso un ambito urban, ho riscontrato anche maggiore lucidità nella scrittura dei testi.
E' una canzone che hai potuto scrivere perché ormai fuori da quella vicenda o ti è servita a chiuderla in qualche modo?
Avevo già superato il problema dell'anoressia quando ho scritto il brano e devo dire che purtroppo non credo basti una canzone per dire addio a un problema così. Anche se il corpo recupera e la vita va avanti, è un demone che ti porti sulle spalle tutta la vita. Cerco di stare attenta, cerco di non sgarrare, ma sono molto legata alla mia immagine allo specchio. Ma allo stesso tempo non permetterò mai a quel mostro di farmi divorare. Sono stati i tre anni più brutti della mia vita, dai 15 ai 18.
Quando hai realizzato che avevi un problema e dovevi risolverlo?
Per una serie di motivi che mi hanno portato a capire che ero a rischio. Da due anni ero in amenorrea, la ginecologa mi ha detto che avrei potuto non avere figli. E poi ho lasciato la scuola, ero al quarto anno del liceo scientifico. Era come se avessi perso tutto. Ma nel momento in cui ho mollato il canto, che era sempre stato il sogno della mia vita, mi sono resa conto che senza sogni non si va da nessuna parte. E lì mi sono svegliata.
Quanto è stata dura uscirne?
Per venirne fuori è stata una battaglia dura perché l'intenzione c'era ma magari mi trovavo davanti la dieta per mettere peso e non riuscivo a seguirla. E' una lotta con se stessi, è incredibile. Ora non saprei dire da dove ho preso tutta quella forza. Ho visto altre persone nella mia condizione e tanti non ce la fanno.
Adesso qual è il tuo sogno?
Vorrei essere portatrice di un messaggio per le persone. Vorrei trasferire con la mia musica qualcosa alle persone che mi ascoltano. Per questo sono legata particolarmente a "Nietzsche", Sono felice di aver potuto parlare di questo disturbo alimentare, che è il più diffuso ma di cui si parla troppo poco.
Qualche fan si è aperta con te raccontandoti di essersi riconosciuta nella canzone?
Sì più di una. Una ragazza in particolare mi ha inviato anche delle sue foto, e ho avuto modo di parlare con lei. Sono felicissima di poter essere stata d'aiuto.
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