Il cardinale australiano George Pell, condannato per pedofilia a sei anni con un minimo di 3 anni e 8 mesi, sentenza confermata lo scorso agosto dalla Corte d'appello dello stato di Victoria, è stato prosciolto da ogni accusa dall'Alta corte, l'organo di giudizio finale in Australia. Pell era stato dichiarato colpevole di aver abusato sessualmente nel 1996 di due coristi di 13 anni sorpresi a bere il vino della messa.
Il cardinale era stato condannato sulla base di cinque capi di imputazione, rendendolo il primo vescovo dichiarato colpevole in un tribunale penale per abusi sessuali su minori, secondo il sito BishopAccountability.org, che tiene traccia dei casi di abusi sessuali da parte del clero cattolico. La sentenza di condanna, molto al di sotto del massimo di 50 anni, è stata attentamente esaminata, ma aveva resistito al primo grado di appello.
Nella sua sentenza di martedì l'Alta Corte ha riscontrato che per tutti e cinque i capi di accusa c'erano molte eventualità improbabili che non erano state completamente considerate dalla giuria. Esiste "una possibilità significativa", hanno scritto i giudici dell'alta corte, "che una persona innocente sia stata condannata". In precedenza, nell'agosto 2019, la Corte suprema dello Stato australiano di Victoria aveva negato il primo appello del cardinale Pell per un verdetto di colpevolezza annunciato dal tribunale della contea di Victoria nel febbraio 2019.
Dall'annuncio della sua sentenza nel marzo 2019, il cardinale Pell ha scontato una pena detentiva di 6 anni. "Ho costantemente sostenuto la mia innocenza mentre subivo una grave ingiustizia - ha commentato il cardinale -. Il mio processo non è stato un referendum sulla Chiesa cattolica; né un referendum su come ,e autorità della Chiesa in Australia hanno affrontato il crimine della pedofilia nella Chiesa. Il punto era se avevo commesso questi terribili crimini, e non l'ho fatto".