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Il padrone si ammala di coronavirus? Meglio isolare e proteggere l'animale domestico | Iss: "Più a rischio il gatto del cane"

L'Istituto Superiore di Sanità prende una posizione ufficiale su cani e gatti in casa: possono ammalarsi anche loro

I veterinari si preparano a gestire i casi Covid-19 tra gli animali

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Gli animali domestici "sono suscettibili a SARS-CoV-2" ed è importante proteggerli dai pazienti affetti da Covid-19, limitando la loro esposizione. Lo scrive, prendendo una posizione ufficiale, sul proprio sito l'Istituto superiore di Sanità. L'Iss precisa che si tratta di una precauzione: "Fino al 2 aprile sono solamente 4 i casi documentati: in tutti i casi all'origine dell'infezione vi sarebbe la malattia dei loro proprietari affetti da Covid-19".
 

"Il dato, per quanto limitato a poche osservazioni, merita attenzione - si legge sul sito dell'Iss - a questi casi di infezione avvenuta naturalmente, si stanno infatti aggiungendo i risultati degli studi sperimentali effettuati in laboratorio su alcune specie domestiche. Questi confermerebbero la suscettibilità del gatto, del furetto e, in misura minore, del cane all'infezione da SARS-CoV-2".

L'Iss spiega che nei due cani e nel gatto osservati ad Hong Kong, l'infezione si è evoluta in forma asintomatica. Il gatto descritto in Belgio ha, invece, sviluppato una sintomatologia respiratoria e gastroenterica a distanza di una settimana dal rientro della proprietaria dall'Italia. L'animale ha mostrato anoressia, vomito, diarrea, difficoltà respiratorie e tosse ma è andato incontro a un miglioramento spontaneo a partire dal nono giorno dall'esordio della malattia.

Animali sono vittime dell'uomo - "Essendo SARS-CoV-2 un virus nuovo, occorre intensificare gli sforzi per raccogliere ulteriori segnali dell'eventuale comparsa di malattia nei nostri animali da compagnia, evitando tuttavia di generare allarmi ingiustificati - scrive l'Iss -.  Vivendo in ambienti a forte circolazione virale a causa della malattia dei loro proprietari, non è inatteso che anche gli animali possano, occasionalmente, contrarre l'infezione. Ma, nei casi osservati, gli animali sono stati incolpevoli "vittime". 

Milano ai tempi del coronavirus, anatre e cigni conquistano i Navigli

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La natura che si riprende la città. Cigni e anatre navigano con tutta tranquillità nelle acque (pulite) dei navigli di Milano. 

Non ci sono prove che gli animali diffondono il virus - Gli esperti dell'istituto superiore di Sanità ricordano che non esiste "alcuna evidenza che cani o gatti giochino un ruolo nella diffusione epidemica di SARS-CoV-2 che riconosce, invece, nel contagio interumano la via di trasmissione. Tuttavia, la possibilità che gli animali domestici possano contrarre l'infezione pone domande in merito alla gestione sanitaria degli animali di proprietà di pazienti affetti da COVID-19". "La raccomandazione generale è quella di adottare comportamenti utili a ridurre quanto più possibile l'esposizione degli animali al contagio, evitando, ad esempio, i contatti ravvicinati con il paziente, cosi' come si richiede agli altri membri del nucleo familiare. Gli organismi internazionali che si sono occupati dell'argomento raccomandano di evitare effusioni e di mantenere le misure igieniche di base che andrebbero sempre tenute come il lavaggio delle mani prima e dopo essere stati a contatto con gli animali, con la lettiera o la scodella del cibo".

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