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Coronavirus, Placido Domingo chiarisce le sue condizioni: "Sono a casa e mi sento bene"

Una settimana fa il tenore aveva annunciato di essere positivo. Poi la Cnn aveva dato notizia del suo ricovero in Messico

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E' poco chiaro quanto sia accaduto esattamente a Placido Domingo. Dopo aver annunciato di essere risultato positivo al coronavirus una settimana fa, nelle ultime ore la Cnn aveva dato notizia del suo ricovero in Messico per complicazioni. E' poi arrivata una precisazione del tenore che dalla sua pagina Facebook ha chiarito che "molte informazioni confuse e non esatte sono circolate sulle mie condizioni di salute sui social network e sulla stampa". E ha annunciato invece: "Sono a casa e mi sento bene".

“Sento che è un dovere morale annunciarvi che sono risultato positivo al test per Covid-19, il coronavirus. Io e la mia famiglia siamo in auto-isolamento e ci resteremo per tutto il periodo necessario dal punto di vista medico", aveva detto Domingo attraverso il suo profilo Facebook, il 22 marzo.

Ora il tenore e direttore d'orchestra è tornato sui social per diramare un comunicato ufficiale sulle sue reali condizioni di salute, ponendo fine alle notizie girate su un presunto peggioramento: “Sono in casa mia e mi sento bene. Fortunatamente fin dal primo sintomo mi trovavo, come sempre, sotto controllo medico, data la mia età e le mie patologie”. Ha proseguito spiegando di essere stato sotto osservazione medica dal momento in cui ha sviluppato i primi sintomi e che "l’infezione da Covid-19 è stata subito al centro del primo sospetto e questo mi ha aiutato molto. Adesso sto continuando la terapia ed il riposo”.

In estate Domingo, 79 anni, era stato accusato di molestie sessuali e si era dimesso dalla carica di direttore generale della Los Angeles Opera. A febbraio aveva ammesso le sue responsabilità per le accuse rivoltegli da una ventina di donne e colleghe: "Sono veramente dispiaciuto per il dolore che ho causato. Accetto la piena responsabilità delle mie azioni", aveva detto. Intanto però i teatri del mondo hanno iniziato a cancellare dai loro cartelloni i suoi spettacoli.

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Si chiamano Avraham Mintz e Zoher Abu Jama e sono due paramedici del Magen David Adom, l'equivalente israeliano della nostra Croce rossa. Sono loro i protagonisti di una foto che prima in Israele - e poi nel mondo grazie ai social - è diventata il simbolo dell'unione di fronte a un nemico comune: il coronavirus. L'immagine è stata scattata a Beer Sheva mentre i due stavano pregando: Abraham Mintz (nella foto a sinistra)  indossava il tallit (scialle di preghiera, ndr) ebraico, mentre il suo colegga Zohar Abu Jana, musulmano, era genuflesso davanti al proprio tappetino. 



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