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Coronavirus, un'italiana a Sydney: "Pensiero costante a voi; noi qui alla seconda ondata ma non numeri così"

Da sette anni in Australia, l'artista Minie Minarelli, alla prima settimana di quarantena, a Tgcom24: "Cerchiamo di rimanere aggiornati con l'augurio che la Pasqua riporti serenità all'Italia, di cui sono orgogliosa per la sua reazione in questa emergenza"

Australia, il coronavirus non spaventa i bagnanti: spiagge affollatissime

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Il coronavirus sembra non spaventare gli australiani, che a centinaia si sono concessi una giornata di mare riversandosi nella rinomata Bondi Beach, nei pressi di Sydney. Il tutto in piena inosservanza delle raccomandazioni sulla distanza tra persone per evitare il contagio e nonostante le temperature, che a metà giornata hanno raggiunto i 32 gradi.   LEGGI ANCHE > Codogno, il "paziente 1": "Il mio desiderio è poter assistere alla nascita di mia figlia"   LEGGI ANCHE > Coronavirus, verso nuova stretta su sport e supermercati   LEGGI ANCHE > In Lombardia 9 morti su 10 mai giunti in terapia intensiva

Da sette anni a Sydney, ma con l'Italia nel cuore. "Ammiriamo il coraggio del vostro sacrificio e siamo orgogliosi di voi - confessa a Tgcom24 Minie Minarelli, musicista e personal trainer di origini emiliane. - Qui sia alla prima vera settimana di quarantena, dopo il ritorno del coronavirus, ma con numeri lontani dai vostri, perché la realtà è diversa". "Ora che il Covid-19 ha comunque stravolto le vite di tutti e ci costringe a reinventarci - aggiunge, - l'augurio è che ci renda persone migliori".

Com'è la situazione a Sydney? 
"Il coronavirus è arrivato anche qui, anche se in una situazione non drammatica come in Italia. Anzi, sarebbe meglio dire che è tornato. Perché una prima ondata c'era stata a inizio gennaio. Allora ci furono 5 vittime; sembrava tutto finito. Così sono continuati i voli internazionali e soprattutto le crociere... Ed ecco la seconda ondata. Oggi i casi accertati sono 4.300 e 18 vittime; nel mio Stato duemila positivi e 8 decessi. Considerato che l'Australia è più grande dell'Europa ma ha 22 milioni di abitanti, viviamo meno "accalcati": nello Stato di Sydney 9.7 abitanti per chilometro quadro, ma la media del Paese è di 3; in Italia ce ne sono 206. Così come bisogna considerare l'età media: qui 37 anni, in Italia 45".

Quali le misure adottate?
"L'argomento di più grande dibattito sono le scuole aperte. Dipende da caso a caso, ma nel mio Stato istituti aperti con l'invito ai genitori di tenere i figli a casa. Direttive, insomma, non troppo chiare. E le restrizioni sono arrivare di giorno in giorno. Per esempio, sulle spiagge. Quando già era in vigore la distanza di un metro e mezzo da tenere, era stata presa d'assalto Bondi Beach, il litorale più famoso e più bello d'Australia, così subito chiusa al pubblico. Anche qui al momento tante attività chiuse, eccetto supermercati e ospedali. Ai funerali sono consentiti al massimo 10 partecipanti; ai matrimoni 5".

Come le reputa, alla prima settimana di quarantena vera?
"Rispetto all'Italia la situazione è diversa, non me la sento di giudicare il governo australiano. Non ritengo comunque che abbia agito con leggerezza. Forse avrebbe dovuto essere più restrittivo sui voli internazionali e su quelli domestici da subito. E soprattutto le crociere non possono essere considerate attività di prima necessità. Per come la vedo io, avrei preferito restrizioni totali fin dall'inizio, invece che averle piano piano. Prima per esempio sono state chiuse le palestre nel centro di Sydney; due/tre giorni dopo quelle in tutta la città. Ciò, alla fine, ha creato più ansia, un po' più di panico nella popolazione".

Panico?
"Panico totale per... la carta igienica. Mentre in Italia finivate pasta e lievito di birra, qui è sparita dagli scaffali la carta igienica. Per il resto si trova tutto. Scarseggiano un po' farina e riso...".

L'anno per l'Australia era già iniziato in salita?
"Sì, la situazione era già critica molto prima del coronavirus, perché il 2020 è iniziato con incendi devastanti a ridosso delle nostre case, fino a Sydney. Sono stati i roghi più estesi e catastrofici della storia australiana...".

Ripercussioni economiche e sociali importanti.
"Le stiamo già vivendo: la moneta è crollata rispetto al dollaro americano e all'euro. Anche a livello sociale tanti cambiamenti. Io, come molti, ho perso il lavoro: chiuse le palestre dove insegnavo zumba e i concerti del mio duo jazz Majazzter annullati".


Come ha organizzato le sue giornate?
"Noi artisti siamo abituati a reinventarci da sempre nella vita. Quindi approfitto anche di questa opportunità e della tecnologia a disposizione. Ho aperto classi online di zumba, con orari anche per l'Italia e sabato 4 aprile il mio duo si esibirà in un concerto in streaming su Youtube".

Non ci si ferma, insomma?
"Assolutamente no, andrò avanti, finché non sarà tutto passato. Ma una cosa mi preme dire".

Cosa?
"Penso di parlare a nome di tutti gli italiani in Australia. Ci si spezza il cuore sentire le notizie che arrivano dall'Italia. Giustamente non ci sono voli per raggiungere le nostre famiglie, ma vorrei che tutta Italia sapesse che vi pensiamo costantemente. Cerchiamo di rimanere sempre aggiornati su quanto sta accadendo lì, perché se anche qui siamo rinchiusi, in alcun modo si può paragonare la nostra quarantena al vostro sacrificio. Ammiriamo il vostro essere coraggiosi, pazienti e dobbiamo imparare dal vostro atteggiamento. Dovete stare vicini ai vostri ospedali e ai vostri staff medici".

Il suo sogno?
"Mi auguro che questa situazione si risolva al più presto. Nessuno della nostra generazione ha mai vissuto un evento di questa portata, che ha cambiato drasticamente le nostre vite e mi auguro davvero che ci cambi in meglio. Che tutto ciò ci renda più forti, più consapevoli di quello che possiamo fare come comunità".

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