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Coronavirus, tornano a salire i contagi ma cala il numero di decessi | Circa 4mila infermieri positivi

In Italia oggi 756 morti in più, 416 in Lombardia. In totale 73.880 malati in Italia, 3815 più di ieri

Coronavirus, medici e infermieri dall'Albania per aiutare gli italiani

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Trenta tra medici e infermieri albanesi sono arrivati in Italia per aiutare la popolazione nella lotta al coronavirus. Atterrati all'aeroporto di Verona, dove sono stati accolti dalle autorità, sono stati quindi trasferiti nel Bresciano, dove lavoreranno nel corso delle prossime settimane.

Sono complessivamente 73.880 i malati di coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 3.815, che indica una ripresa dei contagi. Cala però il numero dei morti: 756 rispetto a ieri (416 in Lombardia), quando l'aumento era stato di 889 decessi. Le persone guarite sono invece 13.030, 646 in più di ieri. Oltre 4mila gli infermieri che hanno contratto il coronavirus.

 "Ci sono costantemente meno decessi e meno ricoverati in terapia intensiva, che sono quelli a maggiore rischio di morte: il trend degli ultimi giorni ci fa ben sperare. Abbiamo rallentato il dramma di queste settimane". Luca Richeldi, pneumologo e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts) del ministero della Salute, sintetizza così il cauto ottimismo per i dati dell'emergenza coronavirus in Italia, sottolineando come in terapia intensiva si trovino ora 3.906 malati, solo 50 in più rispetto a ieri.

"Cambiamento nell'ordine del 10-15%, quarantena funziona" Secondo il professore del Policlinico Gemelli di Roma, in conferenza stampa con Angelo Borrelli alla Protezione civile, nel numero delle vittime e dei ricoverati in terapia intensiva "ci sono grandi cambiamenti nell'ordine del 10-15%", segno che il contenimento sociale e la quarantena funzionano. "I nostri comportamenti salvano vite", aggiunge, "visti i risultati dobbiamo essere ancora più convinti nel rispetto delle misure".

Uno dei provvedimenti che sicuramente sarà prorogata è la chiusura delle scuole. "Con quella misura abbiamo salvato i tre quarti del Paese", sostiene Richeldi, ricordando come i bambini siano un importante vettore di diffusione del virus.

Circa 4mila infermieri contagiati Gli infermieri sono la categoria che registra il maggior numero di contagi tra gli operatori sanitari, circa 4mila sono infatti risultati positivi al Covid-19. Per far fronte alla necessità nei giorni scorsi era stato aperto un bando dalla Protezione civile per reclutarne 500: all'appello hanno risposto in 9.448, ha fatto sapere il ministro della Salute, Roberto Speranza.

La crescita dei contagi in Italia Si parla in particolare del Sud Italia, che si cerca di tenere al riparo da una diffusione dell'epidemia analogo a quello del Nord. L'aumento dei malati di Covid 19 in Italia è di poco più' di 160 casi rispetto alla crescita di ieri e si inscrive in quello che appare un trend: l'incremento giornaliero è intorno al 6% da alcuni giorni, mentre una settimana fa era al 10,38%. Si è insomma dimezzato l'incremento dei contagiati negli ultimi 10 giorni.

La situazione lombarda Dati incoraggianti arrivano anche dall'inferno della Lombardia dove però' purtroppo si registrano 416 vittime: solo 9 nuovi ricoveri in terapia intensiva, mentre gli ospedalizzati crescono di 461 unità in un giorno; i nuovi contagiati sono 546 nella provincia di Milano - quella che cresce di più in Lombardia - (ieri erano stati 314), superiore al totale della provincia di Brescia, e 247 a Milano città. Ma a Bergamo - divenuta il simbolo mondiale della catastrofe italiana - solo 178 casi in più, ieri erano 289. Un altro trend in discesa.

La situazione al Sud Dati incoraggianti arrivano anche dal Sud: la Campania il 19 marzo aveva il 41,74% di crescita giornaliera dei contagiati, oggi la crescita è del 10,49%. La Puglia era al 24,80%, oggi è al 6,24%, la Sicilia cresceva del 20,57 e oggi è al 7,43%. Ma per il virologo Fabrizio Pregliasco, consulente della Regione Puglia, "il Sud è ora la nuova frontiera. Per ora ci sono focolai più ristretti ma bisogna prepararsi per tempo al peggio ed al rischio di un'ondata". Insomma, nessun abbassamento della guardia e misure di contenimento verso una sicura proroga.


Speranza: "Siamo in piena epidemia, non possiamo mollare" Ed è la tendenza incoraggiante degli ultimi giorni, nonostante le cifre sempre impressionanti dei decessi, a spingere il governo e tutti gli esperti all'appello a non mollare la presa sulle misure di contenimento. "Siamo ancora nel pieno dell'epidemia - dice il ministro della Salute Roberto Speranza -. Sarebbe un grave errore abbassare la guardia proprio ora".

Boccia: "Misure saranno prolungate" L'altro ministro Francesco Boccia conferma che "le misure in scadenza il 3 aprile inevitabilmente saranno allungate". Il premier Giuseppe Conte sentirà già dalle prossime ore il Comitato scientifico e tecnico, che però ha già detto chiaramente qual è la sua posizione. "Sarebbe da matti non prorogarle, squadra che vince non si cambia", ribadisce oggi Richeldi, componente del Cts. Insomma, la "serrata" va mantenuta ancora per settimane.

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