NON SI DEVE ABBASSARE LA GUARDIA

Coronavirus, dopo 4 giorni risale la curva dei contagi | Ma la velocità sta rallentando

Sono complessivamente 62.013 i malati in Italia, con un incremento di 4.492. Le vittime salgono a 8.215, 712 in più rispetto a mercoledì

E' ormai vicino il picco dell'epidemia di coronavirus in Italia. La curva dei contagi è risalita dopo 4 giorni di calo, ma sta lentamente riducendo la sua velocità. Lo testimoniano i dati che segnalano 62.013 malati, con un incremento di 4.492 rispetto a mercoledì e di 3.491 nel giorno precedente, per un totale di oltre 80mila compresi vittime e guariti. Il numero dei deceduti è salito a 8.215, 712 in più rispetto a mercoledì, il giorno precedente l'aumento era stato di 683.

Gli esperti: "Il picco è vicino" "Il picco è vicino, bisognerà vedere che cosa succede nelle prossime ore", ha osservato il fisico Giorgio Sestili, fra i curatori della pagina Facebook "Coronavirus-Dati e analisi scientifiche". Cominciano a vedersi segnali incoraggianti: "Un'analisi, per esempio, mostra che si sta stabilizzando l'andamento del rapporto fra il numero dei tamponi positivi e il totale dei tamponi eseguiti, finora sempre in salita", ha detto ancora Sestili. Anche il numero dei decessi "non segna un balzo verso l'alto".

Oms: "Le misure sembrano avere effetto" Ottimista anche il direttore vicario dell'Organizzazione mondiale della Sanità Ranieri Guerra. "Le misure sembrano avere effetto", ha detto nella conferenza stampa della Protezione civile. "Misuriamo adesso quanto èaccaduto 15-20 giorni fa. Ora - ha aggiunto - è importante non abbassare la guardia in un momento così critico, nel quale si vede un rallentamento della velocità di incremento della curva e nei prossimi giorni speriamo in una diminuzione sostenuta della casistica".

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La Protezione civile: "La curva sta rallentando" Dello stesso avviso il vicecapo della Protezione civile, Agostino Miozzo, per il quale "è importante che ci sia un rallentamento della curva, ma non possiamo aspettarci un'improvvisa diminuzione" e "dobbiamo osservare nei prossimi giorni gli effetti delle decisioni prese". Quanto all'incremento di circa mille casi positivi registrato rispetto a mercoledì, "l'ipotesi - per Miozzo - è che ci sia stato un accumulo di risultati di tamponi fatti nei giorni precedenti. Ma la cosa importante - ha aggiunto - è la velocità di incremento della curva che apparentemente sembra rallentare".

Ma non si deve abbassare la guardia Di certo non si deve abbassare la guardia ed è "fondamentale - ha detto Guerra - continuare la politica di isolamento domiciliare, a seconda delle condizioni dei pazienti. Per i pauci-sintomatici è fondamentale per allentare la pressione sugli ospedali. Ciò non vuol dire chiudere a chiave persone senza pensare alle loro esigenze. Serve un'assistenza domiciliare integrata, psicologica e di monitoraggio dei parametri vitali".

Balzo dei contagi in Lombardia Il boom di nuovi casi in Lombardia, 2.534 in più (rispetto ai 1.643 di mercoledì e ai 1.942 di mercoledì), è arrivato come una doccia fredda dopo le cifre positive degli ultimi giorni. Il numero di contagiati è effettivamente aumentato, ma anche il numero di tamponi fatti (6.047, contro i 4.971 di mercoledì e i 3.453 di mercoledì). Rispetto ai test eseguiti, dunque, la percentuale di positivi in Regione è ora del 42,1%, rispetto al 33,1% di mercoledì e al 56,2% di martedì.

Preoccupa la situazione a Bergamo e a Brescia Dalle province, ha detto l'assessore lombardo Giulio Gallera, "luci e ombre". Se nel Lodigiano la diffusione sembra essersi arrestata (Codogno segna 11 casi, dopo due giorni addirittura a zero), Milano corre verso i 7mila positivi (+848). La crescita di Bergamo e Brescia resta stabile, ma in queste due aree la fotografia di ciò che sta accadendo la danno le morti: 1.040 in provincia di Brescia. E a Bergamo, ha spiegato il sindaco Giorgio Gori, "dall'1 al 24 marzo" sono state "446: 348 più della media degli ultimi anni (98)". Un numero di decessi 7 volte superiore ai periodi "normali" e una situazione, è la denuncia, "molto più grave rispetto a quella che emerge dai dati ufficiali". 

Borrelli negativo, Bertolaso ricoverato Il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, che continua ad accusare un lieve stato influenzale, è risultato negativo al tampone per il coronavirus e al momento continua a lavorare da casa rimanendo in costante contatto con il comitato operativo e l'unità di crisi. Sono buone anche le condizioni di Guido Bertolaso, consulente del governatore della Lombardia per questa fase di emergenza, che dopo essere risultato positivo al Covid-19 è ricoverato al San Raffaele di Milano "in via precauzionale".