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Coronavirus, don Alessio si divide: "Sono tornato in corsia" | Parroco a Belluno e infermiere volontario

A Belluno sono 44 i ricoverati, 7 i Covid in terapia intensiva: "Oggi, amare il prossimo significare aiutare i malati"

"Il Signore ci ha insegnato ad amare il prossimo. In questo momento, per me, amare il prossimo significare rientrare in corsia. L’altro ieri ho fatto il mio primo turno, mi sono sentito bene". Don Alessio Strapazzon, 37 anni, parroco di Castellavazzo, Codissago e Podenzoi, ai piedi della diga del Vajont, non ha certo smesso di stare al fianco dei fedeli, ma dal 23 marzo presta servizio anche come infermiere nel reparto di Pneumologia dedicato alla cura del Coronavirus presso l’Ospedale “San Martino” di Belluno. La sua storia, raccontata da Avvenire, è una di quelle che, in questo periodo tanto difficile per tutti i cittadini italiani, regala un'iniezione di coraggio, di fiducia, di speranza.

La scelta di don Alessio, da pochi giorni tornato infermiere, è sostenuta dall’incoraggiamento del vescovo, Renato Marangoni, del presbiterio e dei diaconi che, insieme a tutti i suoi parrocchiani, gli promettono sostegno, con la fraternità e soprattutto con la preghiera. "Don Alessio è un grande, siamo tutti con lui, con i suoi colleghi infermieri ed i medici" lo incoraggia il sindaco di Longarone, Roberto Padrin, che è anche presidente della Provincia. Prima di intraprendere gli studi per diventare sacerdote (nel 2012) don Alessio, classe 1983, originario della parrocchia di San Tomaso Agordino, si era laureato in scienze infermieristiche nella sede di Feltre dell’Università degli studi di Padova.

Un'esperienza da utilizzare adesso, vista l’emergenza che si è venuta a creare per l'avanzare del coronavirus. Don Alessio non ha esitato a dare la propria disponibilità a rientrare in corsia come volontario. "L’idea di essere infermiere, di poter aiutare in qualche modo, e pensare a tutti i colleghi che in questo momento stanno lavorando tanto e stanno dando tutto quello che hanno, in un certo modo non mi concedeva di stare a casa perché nel cuore io avevo bisogno di dare la mia disponibilità, di aiutarli, perché si è tutti una grande famiglia" ha confida ad Avvenire don Alessio.

In ospedale, a Belluno, sono 44 i ricoverati, 7 i Covid in terapia intensiva. In tutta la provincia i positivi sono circa 280, di cui un gruppo anche a Cortina, la regina delle Dolomiti. Ma don Alessio ha paura? "Un po’ di timore c’è sempre, però io credo che l’essere insieme come infermieri, l’aiutarsi, il sostenersi a vicenda e il camminare insieme, credo sia la cosa che dà più coraggio nell'affrontare questo momento di difficoltà".

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