«E' il nostro piccolo contributo a quest’emergenza». C’è anche lo chef Carlo Cracco, una stella Michelin, a cucinare e servire gli operai nel cantiere del nuovo ospedale alla Fiera di Milano City.
Con queste parole, lo chef ha deciso di rendersi utile per gli altri, mentre i suoi locali in città sono chiusi, come quelli di tutti gli altri, rendendosi disponibile a continuare anche quando la struttura sarà funzionante a tutti gli effetti.
«Un piccolo contributo per aiutare gli addetti che lavorano giorno e notte - spiega Cracco -. Nella struttura non c’è la mensa e noi tutti siamo a casa con il ristorante chiuso, così abbiamo dato la nostra disponibilità».
Indossati guanti e mascherina, Carlo Cracco, insieme a due cuochi della sua brigata, solo nel primo giorno di servizio di venerdì 15 marzo, ha cucinato 100 pasti per gli operai dell’ospedale da campo di Fiera Milano: un’insalata di riso con verdure e una frittata con verza, zucca e castagne. Ha poi aggiunto: «Ci prenderemo cura di loro. Però ci sono ancora troppe persone in giro: facciamo tutti la nostra parte se restiamo a casa, solo così possiamo contribuire a non diffondere questa bestia».
Spostandosi a Bergamo invece, una delle aree più colpite dall’emergenza Coronavirus, è la famiglia del ristorante “Da Vittorio” a Brusaporto, tre stelle Michelin, a offrirsi solidale: gli chef Chicco e Bobo Cerea, infatti, gestiscono la mensa dell’ospedale da campo allestito alla Fiera di Bergamo.
«Siamo pronti a dare la nostra piena collaborazione - spiega -. Con i ragazzi del team ci siamo offerti di cucinare per il personale sanitario, i pazienti, gli ausiliari, ma abbiamo bisogno di materie prime. Chiediamo sostegno e solidarietà a tutti coloro che hanno la possibilità di fornirne: vi prego, aiutateci. Solo insieme possiamo farcela».
La famiglia Cerea ha poi pubblicato un annuncio sulla sua pagina Facebook: “La Protezione Civile ha deciso di installare l’Ospedale da Campo degli Alpini nell’area dell’Ente Fiera di Bergamo.
Si tratta di 230 posti letto che inizieranno a essere operativi già in settimana. Abbiamo deciso di contribuire attivamente all’organizzazione delle attività, offrendoci volontari per la preparazione pasti”.
Nel post si legge ancora: “Tuttavia, chiediamo un aiuto concreto a tutti voi. Tutti coloro che ne hanno la possibilità, dai ristoratori, ai titolari di negozi o aziende di generi alimentari o affini, è gentilmente invitato ad offrire degli approvvigionamenti. Se pensi di poter essere d’aiuto, ti invitiamo a inviare una email a cucineospedaledacampo@vicook.it
L’unione fa la forza, condividiamo il più possibile!”.
Anche all’ospedale Spallanzani di Roma, grandi nomi della cucina si sono resi disponibili a cucinare per medici, infermieri e personale sanitario: Nabil Hadj Hassen di Roscioli, Alessandro Roscioli stesso, Walter Regolanti di Romolo al Porto, Arcangelo Dandini de L’ Arcangelo, Mario Sansone di Marzapane, Giuseppe Lo Iudice di Retrobottega, in collaborazione con Luigi Cremona.
Il menù del primo giorno prevedeva pasta all’amatriciana e cacio e pepe. Poi: mezze maniche al ragù di mare, carciofi e pecorino, ragù di carne e funghi. Sono state preparate più di 400 porzioni al giorno.
A Caserta, il noto pizzaiolo Franco Pepe ha sfornato pizza senza sosta per i clochard. Ma non solo, insieme alla chef stellata Rosanna Marziale, ha avviato una raccolta fondi con l’hashtag #facciamorete, per aiutare il reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Civile di Caserta: è già riuscito a donare un ventilatore polmonare e 10 maschere per ventilazione, ma sta continuando la campagna di raccolta per l’acquisto di presidi sanitari (mascherine, camici, etc).
Inoltre, ha girato un video nel quale invita a fare una donazione anche per aiutare il prof. Ascierto, responsabile del reparto di Oncologia Medica, Melanoma e Immunoterapia dell’Istituto nazionale dei tumori Pascale di Napoli, per l’uso sperimentale di un farmaco sperimentale, utile per la cura per il Covid-19.
Ma non solo chef stellati: lo chef Riccardo Tiritiello di 19 anni, di Milano, studente all’ultimo anno dell’Istituto Paolo Frisi, è rimasto colpito dalle molte immagini di infermieri e medici dell’ospedale Sacco, Niguarda e della Croce Verde, che lavorano senza sosta in prima linea fronteggiando l’emergenza.
Ha, così, convinto la sua famiglia, proprietaria di una gastronomia, a cucinare per i sanitari impegnati nella «guerra contro il coronavirus», aiutato dai compagni di classe e amici Aurora e Ciro: pizzette, polli, verdure e macedoni, per sfamare quasi 200 bocche.
Ha creato così la mail chefincorsia@gmail.com alla ricerca di ristoratori, gastronomie e pasticcerie che vogliano aiutare «i tanti medici che con turni incredibili donano se stessi per i tanti pazienti». Alla sua iniziativa, hanno aderito anche grandi realtà come Eataly e grandi nomi della ristorazione milanese.
Di Indira Fassioni