Con l'avvento della prima ondata di Covid-19, di cui si conosceva ben poco, tra i giocatori cinesi aveva spopolato il gioco Plague Inc., simulatore di pandemia di Ndemic Creations il cui obiettivo principale era quello di infettare quante più persone possibile. Ma il numero sempre crescente di vittime a livello mondiale e il tragico dilagare dell'infezione hanno portato gli sviluppatori a riconsiderarne enormemente il gameplay, portandoli alla creazione di una modalità in cui i giocatori possono salvare l'umanità dal virus.
"Otto anni fa, non avrei mai immaginato che il mondo reale sarebbe arrivato ad assomigliare a un gioco simile a Plague Inc. o che così tanti giocatori lo avrebbero utilizzato come aiuto nel superare una vera pandemia", ha dichiarato il game creator James Vaughan.
Il gioco, che sta vivendo un'ondata di successo inatteso, ha sollevato una serie di polemiche e fatto storcere il naso a livello internazionale. Recentemente infatti anche la Cina ne ha bandito il download dall'App store del paese.
Alla luce i questi eventi, dunque, Vaughan ha pubblicato un comunicato stampa, facendo inoltre una cospicua donazione volontaria di 250mila dollari, che è stata divisa tra la Coalition of Epidemic Preparedness Innovations (CEPI) e il Fondo di solidarietà COVID-19 dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
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Il comunicato stampa afferma inoltre che la modalità sarà scaricabile gratuitamente e il suo sviluppo, che avverrà in collaborazione con gli esperti dell'OMS, è stato accelerato in risposta alle richieste dei fan. Il gameplay capovolgerà totalmente la sceneggiatura e richiederà ai giocatori di lavorare al meglio per frenare la diffusione della pandemia, potenziando al tempo stesso i sistemi sanitari mondiali.
Altre meccaniche implicheranno "il controllo di azioni del mondo reale come il triaging, la quarantena, il distanziamento sociale e i servizi pubblici chiusi", tutte attività in-game mirate a sensibilizzare i giocatori sulla gravità della situazione reale e il rischio che molte persone stanno purtroppo vivendo quotidianamente.