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Il coronavirus si porta via Manu Dibango, la leggenda della musica africana

Il famoso sassofonista 86enne era ricoverato da diversi giorni in un'ospedale di Parigi

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Manu Dibango, star della musica africana, è morto a causa del coronavirus all'età di 86 anni: lo ha reso noto Thierry Durepaire, direttore delle edizioni musicali dell'artista. Era ricoverato da diversi giorni in un ospedale di Parigi dopo aver contratto il Covid-19. Compositore, sassofonista, vibrafonista e cantante, autore del successo globale "Soul Makossa" nel 1972 (uno dei primi brani che gettò le basi della disco music), era celebre per il suo stile contaminato, un ponte nel nome della world music che fondeva jazz, soul e funk con la musica tradizionale camerunese.

Emmanuel N'Djoké Dibango, noto come Manu Dibango, nasce il 12 dicembre del 1933 a Douala, Camerun, Nel 1949 è in Francia, a Marsiglia, poi a Reims e Parigi, dove studia e inizia a suonare nei jazz club. Nel 1960, sull’onda dei movimenti indipendentisti, fa visita in vari paesi africani mentre nel 1969 inizia a collaborare con il cantautore Nino Ferrer. Nel 1972 registra “Soul Makossa”, autentico manifesto di fusione fra tradizione e modernità destinato a vendere milioni di copie.

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Da qui si susseguono album, tournée in tutto il mondo e l'artista assurge al rango di star: al successo musicale si accompagnano molti riconoscimenti istituzionali, cittadinanze onorarie, cavalierati, sino alla nomina, nel 2004, di “Artista per la Pace” da parte dell’UNESCO. 

Nel 2019 il “Leone d’Africa” ha festeggiato i 60 anni di una carriera musicale straordinaria che lo ha visto incidere una settantina di dischi, e collaborare con altri artisti internazionali, africani e non, da Fela Kuti a Don Cherry, da Peter Gabriel a Angelique Kidjo, da Youssou N’Dour fino a Jovanotti. Il suo album più recente risale al 2011, "Ballad Emotion".

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