UNA CARRIERA UNICA

Auguri Franco Battiato, compie 75 anni il maestro che ha fatto del pop una filosofia

Il cantautore siciliano, che a ottobre ha pubblicato la sua ultima canzone e annunciato il ritiro dalle scene, per 50 anni ha segnato la nostra musica con una proposta unica

© leandro-manuel-emede

Tanti auguri a Franco Battiato. Il cantautore siciliano compie 75 anni. Una carriera straordinaria che lo ha visto passare dal progressive di avanguardia al pop di grande successo, sempre con un approccio colto alla musica che gli è valso l'appellativo di "maestro". Da tempo lontano dalle scene per problemi di salute, ha pubblicato il suo ultimo lavoro, un live con l'inedito "Torneremo ancora", lo scorso ottobre, annunciando al contempo il suo ritiro, 

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E' stato il punto di riferimento per moltissimi artisti nostrani moderni (dai Bluvertigo a Carmen Consoli), riuscendo comunque a essere sempre un passo avanti a tutti, in quanto a modernità e originalità. Esce in questi giorni l'edizione del trentennale di "Giubbe Rosse", live del 1988, che contiene un distillato purissimo dell'arte di Battiato, in una registrazione che lo coglie forse al momento massimo della sua carriera, nello snodo di passaggio tra il periodo milanese e quello del ritorno in Sicilia, che ha caratterizzato gli ultimi trent'anni di carriera. 

Una carriera iniziata sul finire degli anni 60 grazie a Giorgio Gaber, che gli fa ottenere il primo contratto discografico e lo ospita in quella che è la sua prima apparizione televisiva. Gli anni 70 sono quelli che vedono Battiato elemento di punta di quello che è il movimento più sperimentale e avanguardista della nostra scena musicale. Sono di quegli anni lavori "difficili" ma diventati di culto come "Fetus", "Pollution", "Sulle corde di Aries" e "L'Egitto prima delle sabbie". 

Nel 1979 l'album "L'era del cinghiale bianco" inizia a mostrare quella che sarà la svolta degli anni 80: Battiato mette la sua cultura musicale al servizio del pop e, grazie anche alla collaborazione con Giusto Pio, diventa il re delle classifhce. Album come "La voce del padrone", "L'arca di Noè", "Mondi lontanissimi" e "Fisiognomica", cone canzoni divenute dei classici, da "Bandiera bianca" a "Voglio vederti danzare" passando per "Centro di gravità permanente", "Cuccurucucù Paloma" e "E ti vengo a cercare", lo trasformano in una stella. Melodie leggere, arrangiamenti moderni e testi tra il surreale e il colto:è questa la ricetta vincente.

Ma lui non si accontenta e con il cambio del decennio, batte nuove vie, a partire da "Come un cammello in una grondaia" e canzoni come "Povera patria". Dal 1994 intreccia poi una collaborazione che durerà a lungo con il filosofo Manlio Sgalambro, che diventa il suo autore dei testi. Nel 1996, con "L'imboscata", torna in vetta alle classifiche. Tra i brani contenuti c'è "La cura", divenuto un pezzo simbolo della sua opera. Tra il 1999 e il 2008 si dedica invece al canzoniere italiano, con la trilogia dei "Fleurs", nella quale ripropone a suo modo canzoni celebri e meno celebri di altri artisti.

Negli ultimi anni si dedica sempre più intesamente anche a progetti paralleli, come la pittura e il cinema e lo si è visto persino al Festival di Sanremo, a suo modo, nella doppia veste di autore in gara e direttore d'orchestra, e in coppia con il gruppo Antony and The Johnson, con il quale ha dato vita a un tour apprezzatissimo immortalato in un album dal vivo. Nel 2015 affronta i primi problemi di salute, con la rottura del femore dovuta a una caduta sul palco. Tornato a esibirsi, con un toru insieme ad Alice, nel 2016, nel 2017 tiene i suoi ultimi concerti. Una nuova caduta, questa volta in casa, lo ferma. Sembra un incidente di percorso ma da qual momento Battiato non si presenta più in pubblico. Iniziano a circolare voci, anche incontrollate, sul suo stato di salute, fino a che, nell'ottobre del 2019, pubblica "Torneremo ancora", un brano scritto con Juri Camisasca, che rappresenta il suo passo di addio. 

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