Un Mare di Champagne guarda a Giugno
Progettare il futuro è fondamentale per andare avanti, con la speranza di poter presto brindare alla vita
Mare di Champagne
Questo è l’anno dell’ottava edizione di un Mare di Champagne, l’evento nazionale per eccellenza dedicato al mondo delle bollicine francesi, che ogni anno veste a festa la città di Alassio. La kermesse per il momento è in programma a giugno (7/8), grazie al lavoro di Macramè, il Consorzio di eccellenze della cucina alassina.
Abbiamo intervistato Barbara Porzio, in prima fila nell’organizzazione di uno degli eventi più attesi tra gli appassionati di champagne.
Alassio ai tempi del Coronavirus. La ristorazione ai tempi del Coronavirus. Gli eventi ai tempi del Coronavirus. Come ne usciremo?
È senza dubbio la domanda più difficile. Questo virus ha colto di sorpresa l’umanità intera e in maniera trasversale. Dal punto di vista mentale si può dire che abbia contagiato tutti indistintamente.
Ci sta ponendo un’infinità di interrogativi e ci chiama a fare i conti prima di tutto con il nostro credo e la nostra coscienza.
Nel nostro piccolo vogliamo fare la nostra parte pensando che ci sarà di certo un domani e che in quel momento vogliamo essere pronti per inaugurare la VIII edizione di Un Mare di champagne, ovviamente con un brindisi!
Siete un consorzio di ristoratori di Alassio. Da cosa è nata l’idea di promuovere un eccellente vino non del territorio come lo champagne? Avete avuto qualche ispirazione in particolare?
Lo Champagne evoca momenti di festa, di gioia, di allegria; Alassio, definita la perla della Riviera ligure è meta privilegiata di vacanza, fin da quando gli inglesi (tra i primi e maggiori consumatori di Champagne al mondo) nell’800 ne scoprirono le bellezze naturalistiche e climatiche e ne determinarono la fortuna turistica.
Non stento a immaginare che i colti e raffinati turisti inglesi dell’epoca, ben presto diventati a tutti gli effetti cittadini anglo-alassini abbiano dato un certo stimolo al consumo dello Champagne ad Alassio!
Si può dunque affermare che Alassio e lo Champagne siano uniti da un antico legame. I clienti dei nostri ristoranti vengono ad Alassio in vacanza o a trascorrere il fine settimana di tutto l’anno e sono predisposti a festeggiare, a divertirsi e lo Champagne, forse più di ogni altro vino evoca questa voglia di spensieratezza, condivisione!
Come avete selezionato le maison francesi ospiti all’evento?
Fin dalla prima edizione abbiamo invitato indistintamente il maggior numero di maison e vigneron a partecipare all’evento, garantendo a tutti la medesima visibilità.
Ci teniamo a dire che abbiamo adottato un metodo molto democratico dove grandi maison e piccoli vigneron sono assolutamente paritari in termini di visibilità. Il nostro obiettivo è quello di divulgare il mondo Champagne in tutte le sue sfaccettature.
Quando parliamo di champagne parliamo di un solo tipo di vino?
La Champagne è una regione dove si producono prevalentemente uve Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Meunier oltre a una piccola percentuale di altri vitigni. Ogni Maison e Vigneron produce, vinifica, assembla le uve e ne affina i prodotti in base al proprio stile e alle proprie strategie.
Il vino più diffuso è il brut che deriva quasi sempre dall’assemblaggio dei 3 vitigni principali ma ci sono anche i mono vitigni Blanc de Blancs prodotti da uve Chardonnay e Blanc de Noirs prodotti da Uve Pinot nero o Pinot Meunier. Vi è un famoso champagne che contiene più di nove vitigni!
La parola champagne è sempre e automaticamente sinonimo d’eccellenza?
Penso di sì, se per eccellenza si intende non solo il rigore nella coltivazione e nella vinificazione, ma anche il grande potere evocativo di questo vino.
Lo Chef de cave, il capo delle cantine crea abilmente le cuvée. Ma nello specifico di cosa si occupa?
Il suo compito è di garantire che lo champagne rappresentativo della Maison, il vero biglietto da visita e l'espressione dello stile della casa, sia coerente annata dopo annata, mantenga cioè gusto e qualità simili al di là degli imprevisti stagionali. Non è per nulla semplice.
Un assemblaggio classico si fa con tre uvaggi provenienti anche da vigneti differenti, in una regione come quella dello Champagne che non è uniforme né dal punto di vista climatico né da quello del territorio. Lo chef-de-cave fa un lavoro certosino, ha un palato finissimo, è un equilibrista e un grande decisionista.
Lo champagne è un vino bianco, ma spesso è prodotto con maggioranza di uve nere. Ma resta bianco. Ci spiega il processo?
Come per molti altri vini non è la spremitura ma il contatto più o meno prolungato con le bucce a conferire il colore, tutti gli acini sono bianchi.
Per fare un esempio, nella produzione dello Champagne rosé si utilizzano 2 tecniche molto differenti: una prevede l’assemblaggio di uno vino fatto indifferentemente con uve a bacca bianca o nera con una parte di vino rosso e l’altra denominata ‘de seigné’ prevede la permanenza del vino sulle bucce per un tempo definito.
L’occasione abituale per consumare questo vino è rappresentata dall’aperitivo. Quali sono le altre?
Nei miei ricordi lo Champagne era per lo più un vino da dessert e da occasioni speciali. Oggi è diventato tutt’altro: un vino che si beve anche tutti i giorni, all’aperitivo, a tutto pasto, dopo cena.
Aggiungerei con qualsiasi stato d’animo e al proposito sono molto affezionata alle parole pronunciate da una grande figura iconica dello Champagne, Mme Lily Bollinger che diceva: “Lo Champagne lo bevo quando sono contenta e quando sono triste. Talvolta lo bevo quando sono sola. Quando ho compagnia lo considero obbligatorio. Lo sorseggio quando non ho fame e lo bevo quando ne ho. Altrimenti non lo tocco, a meno che non abbia sete”.
Quali sono gli abbinamenti a cui si presta di più?
Si può tranquillamente affermare che gli abbinamenti siano infiniti. Lo Champagne è esportato in oltre 180 paesi del mondo dunque si può dedurre che la sua versatilità lo renda abbinabile a qualsiasi tipo di cucina.
E parlando di ricette regionali, con quali si abbina meglio?
Parlando della nostra regione, pesce e champagne sono un abbinamento perfetto. Pensiamo, ad esempio a un pescato cucinato al forno con gli aromi del territorio o ai sopraffini gamberi di Sanremo gustati crudi.
Quest’anno Un Mare di Champagne spegne l’ottava candelina. Quali sono i traguardi più grandi che avete raggiunto in questi anni?
La crescita esponenziale dell’evento, anno dopo anno, in termini di presenza di Maison, Vigneron, pubblico del settore e appassionati, l’aver dato una continuità alla kermesse fino al punto da essere diventata un appuntamento fisso nel panorama degli eventi del settore.
Come si evolverà l’evento negli anni a venire?
L’idea è quella di continuare riproponendo il format originario, che si è dimostrato azzeccato, ma di aggiungere contenuti sempre nuovi che permettano sia di approfondire l’universo champagne sia di accendere un faro sul nostro territorio ed esaltarne le bellezze.
Vi siete posti dei nuovi obiettivi? Quali?
Rappresentare tutto il mondo dello champagne indipendente in Italia.
Di Indira Fassioni
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