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Coronavirus, Zaia: "In Veneto faremo tamponi a tappeto" 

L'obiettivo è quello di tracciare chiunque sia positivo al Covid-19, in particolare le persone cosiddette "asintomatiche", che non rimanendo isolate continuano a diffondere il virus

Il Veneto, per arginare il diffondersi del coronavirus, punta al modello "tamponi a tappeto", anche sui passanti. L'obiettivo è quello di tracciare chiunque sia positivo al Covid-19, in particolare le persone cosiddette "asintomatiche", che non rimanendo isolate continuano a diffondere il virus. "Anche se trovo un solo positivo - spiega il governatore della Regione, Luca Zaia - significa che avrò 10 contagiati in meno".

La strategia dei tamponi a tappeto sembra avere funzionato in Corea del Sud, dove le autorità hanno testato centinaia di migliaia di persone, anche controllando i loro spostamenti tramite i telefonini e la tecnologia satellitare. Zaia, che almeno per ora respinge le polemiche "con l'autorità centrale e le rivendicazioni di autonomia", a Il Corriere della Sera afferma di voler pagare tutto con i soldi della Regione. 

"Del bilancio mi importa poco - sostiene - vale sempre meno della vita dei miei concittadini. Non mi faccia dire che me ne frego dei soldi, ma insomma ci siamo capiti. Tutto a spese nostre". E per far fronte alla necessità dei test che "le aziende li distribuiscono con il contagocce", "noi li facciamo in casa".

Coronavirus, "Illuminiamo l'Italia": il flash mob con le torce degli smartphone

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Oltre ai flash mob musicali sui balconi, l'italia reagisce al coronavirus anche con iniziative "luminose". Come "Illuminiamo l'Italia", appuntamento fissato per le 21: il primo è andato in scena domenica sera, quando molti hanno accolto l'invito rilanciato sui social e nelle chat di WhatsApp sporgendosi da finestre e balconi per un minuto, illuminando le città con le torce degli smartphone, ma anche luminarie e lampadine. Un gesto per dire al mondo "che l'Italia è viva, che noi italiani siamo vivi, compatti e forti. Solo uniti si può vincere".

A sostegno della sua linea, diversa da quella di altre Regioni, dice che "se non avessimo fatto i tamponi a tutti, a Vo' Euganeo ci sarebbe stata un'epidemia. Se per assurdo fai il test a un'intera popolazione, quanto meno hai una istantanea di chi è necessario isolare". Quello che avviene in Veneto è una ricostruzione "dei contatti di una persona trovata positiva e sintomatica, e poi li sottoponiamo a loro volta al tampone. Siamo a quota 40mila in tutta la Regione: 2.700 postivi asintomatici, e ne abbiamo isolato altre 7mila che hanno avuto contatti con loro".

Per alcuni membri della comunità scientifica fare tamponi a tappeto è una sorta di "pesca a strascico"? Zaia replica: "Massimo rispetto per tutti, davvero. Ma è lo stesso mondo che non ci ha dato alcuna indicazione mentre il coronavirus stava arrivando. Molti suoi membri dicevano che era una semplice influenza. Altri che la mascherina va portata solo dalla persona sintomatica".

Coronavirus, a Venezia l'acqua nei canali torna limpida: "Meno traffico, meno scarichi"

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L'emergenza coronavirus ha cambiato drasticamente le nostre abitudini. Questo si riflette nell'ambiente che ci circonda. Una buona notizia arriva, infatti, da Venezia, dove l'acqua dei canali, solitamente torbida, appare limpida e trasparente, tanto da far scorgere pesci e fondale. Le immagini che testimoniano questo cambiamento sono state postate sul gruppo Facebook "Venezia pulita". "Immagini incredibili del rio dei Ferali, dietro piazza San Marco, solitamente torbido. La natura si riprende i suoi spazi. Meno traffico, meno scarichi", si legge nella didascalia che accompagna le foto. "Per quanto riguarda la limpidezza, sicuramente l'assenza di traffico che smuove i sedimenti è la causa di questo miracolo da mare tropicale. Gli scarichi ridotti e il ricambio idrico delle maree invece giovano alla qualità delle acque", ha spiegato l'utente che ha postato le foto nei commenti.

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