Il coronavirus spaventa l'Europa: la Germania ha deciso di chiudere la frontiera con la Francia, oltre che i confini con Svizzera e Austria per tentare di fermare o perlomeno di contenere una diffusione del Covid-19 che a livello globale ha ormai provocato più di 6mila morti, di cui oltre 2mila proprio in Europa. Stretta negli Stati Uniti.
Il bilancio dei contagi diventa sempre più drammatico. Sono arrivati a quota 160mila i casi registrati in tutto il mondo. La Cina rimane ancora lo Stato con il più alto numero di vittime (3.199) anche se la situazione è in continuo miglioramento e sono già undici le province del Paese asiatico senza contagi.
Usa, verso un giro di vite negli Stati Uniti Non va meglio negli Stati Uniti dove ormai sembra questione di ore, prima che la pandemia fermi la nazione. Molti singoli Stati Usa hanno già deciso misure drastiche riducendo al massimo l'attività delle proprie comunità, come a New York dove il governatore Andrew Cuomo ha deciso la chiusura di tutte le scuole pubbliche.
Il vicepresidente Mike Pence ha annunciato intanto l'arrivo negli Stati Uniti una stretta contro l'emergenza con misure da attuare a livello federale e che vanno dal coprifuoco alla chiusura di esercizi pubblici come i ristoranti. Intanto tutti gli eventi oltre 50 persone devono essere rinviati o cancellati per otto settimane: lo prevedono le nuove raccomandazioni dei Cdc, la massima autorità sanitaria federale degli Usa.
L'emergenza coronavirus potrebbe inoltre stravolgere la campagna elettorale e compromettere il processo di voto da qui all'Election Day del 3 novembre. Non è un caso che due Stati abbiano già rinviato le primarie, la Louisiana e la Georgia, e che l'attesissimo duello tv tra Joe Biden e Bernie Sanders si sia svolto a porte chiuse.
Del resto i contagi da coronavirus negli Stati Uniti volano, almeno mille in più in meno di 24 ore, con oltre tremila casi e 62 morti accertate. E i test effettuati sono ancora un numero di gran lunga inferiore a quanto sarebbe necessario. Sempre più preoccupante è poi la situazione di New York, l'area più colpita degli Usa, con oltre 700 casi e tre vittime in un giorno. Il governatore dello Stato Andrew Cuomo ha chiesto al presidente Donald Trump di mobilitare contro l'emergenza anche l'esercito federale, soprattutto per garantire strutture con più posti letto, visto che gli ospedali potrebbero presto essere vicini al collasso.
La situazione in Spagna Al momento resta tuttavia l'Europa il luogo dove l'epidemia si fa strada più in fretta. Solamente in Spagna, il secondo Paese più colpito del continente dopo l'Italia, ci sono stati circa 2mila nuovi casi e un centinaio di vittime nel giro di appena 24 ore: 7.800 gli infettati in totale e 288 i morti. Per vigilare sul rispetto dell'isolamento quasi completo imposto nel fine settimana dal governo di Pedro Sanchez, sono stati schierati anche i militari dell'esercito a pattugliare le strade di Madrid e di altre città spagnole mentre i droni volano per controllare i movimenti.
Austria e Repubblica Ceca in "lockdown" Si allunga anche la lista di chi segue il modello italiano e ferma tutto. E' il caso, da ultima, dell'Austria dove saranno chiusi negozi, ristoranti, parchi giochi e campi sportivi. Come nel nostro Paese e come in Spagna, saranno inoltre consentiti solo gli spostamenti inderogabili. Anche tutta la Repubblica Ceca, che aveva già deciso di chiudere le frontiere, sarà ora messa in quarantena.
Le misure prese in Francia L'ultima misura adottata in Francia è stata ridurre drasticamente i trasporti a lungo raggio. Il traffico ferroviario sarà dimezzato e rimarranno operativi soltanto alcuni voli internazionali. Chiusi anche tribunali e sospesi i processi. La preoccupazione è alta a Parigi, alla luce dei quasi 4.500 malati e dei 90 morti: il ministro dell'Educazione, Jean-Michel Blanquer, si è spinto a ipotizzare che l'epidemia potrebbe contagiare probabilmente più della metà della popolazione.
Il Regno Unito verso una linea più dura Pure nel Regno Unito, dove sono ormai quasi 1.400 i contagi e 35 i morti, il governo britannico di Boris Johsnon si starebbe preparando ad abbandonare la linea della flemma tenuta finora e a imporre una prima restrizione di massa sul fronte dell'emergenza. Dalla prossima settimana potrebbe essere decisa una quarantena obbligatoria, con auto-isolamento in casa fino a 4 mesi, per tutti i cittadini da 70 anni in su, anche senza sintomi.