"Non è possibile chiudere tutto. Se spegni tutti gli interruttori del Paese, spegni le luci anche negli ospedali. Bisogna consentire ad alcune centinaia di migliaia di eroine ed eroi quotidiani di fare il loro lavoro nella sanità. La filiera sanitaria deve funzionare". Così il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia, in un'intervista al Corriere della Sera sull'emergenza coronavirus.
Quali sono i servizi che resteranno aperti? "Per consentire agli italiani di restare a casa, anche la filiera agroalimentare deve andare avanti, da chi munge la vacca a chi compra e vende il seme da piantare nella terra. Per consentire al Paese di funzionare, anche se al 10%, servono l'energia, i carburanti, i trasporti e la logistica. Se non si producono i cartoni o le buste di plastica, dove lo mettiamo il cibo che arriverà nelle case? Su questi quattro pilastri poggia il funzionamento del Paese", aggiunge. Non è vero che il decreto del governo ha diviso i lavoratori in 'serie A e serie B'? "No. Ci sono lavoratori di serie A, che sono a casa e li tuteliamo. E ci sono lavoratori della Champions, a cui dobbiamo dire grazie, dal personale sanitario al camionista che trasporta i beni alimentari", sostiene il ministro dem.
Rispondendo a una domanda sulle proteste e sugli scioperi, Boccia poi sottolinea: "La paura è giustificata. Mentre nel commercio puoi selezionare le categorie e togliere quelle non vitali, i sistemi produttivi sono interconnessi. Gli interruttori li stacchi giorno dopo giorno, se vuoi evitare che salti tutto per aria". E sul rapporto con gli enti locali, il ministro chiarisce: "Non c'è alcuno scontro tra governo e Regioni, il coordinamento quotidiano ha omogeneizzato molto i comportamenti dei territori. I problemi li affrontiamo in tempo reale in videoconferenza, che funziona come una riunione permanente in emergenza. A proposito, posso fare un appello? Alcuni presidenti, come Zaia e Marsilio, ci hanno chiesto di non essere incalzati dalle opposizioni. Mi appello ai nostri consiglieri regionali perché facciano una moratoria sui conflitti politici. Se il governo chiede unità alle opposizioni in Parlamento, quando siamo opposizione noi sui territori non possiamo comportarci diversamente". A proposito di eventuali altre chiusure in Lombardia, l'esponente del governo Conte fa sapere: "Fontana ha tutto il nostro sostegno, ma resta poco da chiudere. Il 90% dei lombardi, come di tutti gli italiani, è a casa".