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Covid-19, lʼauto tra fermi produttivi e crisi

Contro il coronavirus in ordine sparso. Ferrari continua, Lamborghini no. E noleggio e car sharing vanno a picco

Lʼauto al tempo del coronavirus

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Contro il coronavirus in ordine sparso. Sì perché Ferrari ha deciso di non fermare lʼattività produttiva, mentre Lamborghini sì fino al 25 marzo e per qualche giorno anche Ducati sospende la produzione a Borgo Panigale e Piaggio nei suoi 4 stabilimenti italiani. FCA ferma per pochi giorni e a macchia di leopardo 4 stabilimenti nel centro-sud ma a Torino e Modena si va avanti.

Tutte le aziende, nei relativi comunicati, spiegano di seguire il dettame del dpcm governativo e si adopreranno per far rispettare le norme sulla distanza fra i lavoratori (droplet), accettando lʼinevitabile riduzione produttiva. I metalmeccanici che lavorano nelle fabbriche del settore automotive sono sul piede di guerra, perché costretti a lavorare in un momento di chiusura di tante attività produttive. Sacrifici, costi in più per le aziende, è ovvio, ma quali categorie non stanno soffrendo la crisi causata dal Covid-19? Dalle concessionarie auto alle aziende di noleggio e car sharing arrivano dati catastrofici.

Una categoria che può continuare a lavorare, in quanto erogatrice di un servizio essenziale, è quella dei gommisti e dei meccanici. Chi usa lʼauto non può rischiare di non poter cambiare una gomma o di restare appiedato per un problema meccanico, quindi le officine vanno avanti ma rispettando gli obblighi previsti dal dpcm sui luoghi di lavoro. Federpneus e Assogomma lʼhanno sottolineato bene in una nota, specificando anche che non è chiaro invece se la vendita di pneumatici (e lʼattività dei relativi esercizi commerciali) è ammessa.

Apocalittico invece lo scenario che riguarda le attività di noleggio auto a breve termine. LʼAniasa parla di un tracollo nei volumi di vendita pari al 90%, ma dʼaltronde con stazioni e aeroporti a mezzo servizio e la circolazione limitata nelle città è inevitabile. Per il car sharing nelle aree metropolitane il calo si attesta sul 60% e tutto questo si ripercuoterà ovviamente anche sul mercato automobilistico. Il settore del noleggio vale il 25% delle immatricolazioni totali in Italia, nel 2019 circa 460 mila veicoli.

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