confini blindati nel vecchio continente

Coronavirus, negli Usa Trump dichiara lo stato di emergenza nazionale | Oms: Europa epicentro pandemia

Il presidente Usa ha annunciato che per gli Stati più colpiti ci saranno a disposizione almeno 50 miliardi di dollari. L'Europa segue l'esempio dell'Italia e vara misure draconiane

© Afp

Il presidente americano Donald Trump ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale in tutti gli Stati Uniti per contrastare il diffondersi dei contagi da coronavirus. Dopo l'Asia ora l'emergenza si è ufficialmente spostata in Occidente. L'Oms dichiara: "L'Europa è il nuovo epicentro della pandemia". Dopo l'Italia gli altri Paesi del Vecchio Continente varano misure draconiane. E, con i contagi in impennata, chiudono i confini. 

Il presidente degli Stati Uniti alla fine ha preso atto della situazione e ha scelto di cambiare rotta rispetto all'atteggiamento di qualche giorno fa.  "Assicureremo massima flessibilità nella lotta al virus" ha detto, spiegando che dichiarando lo stato di emergenza nazionale ci saranno a disposizione almeno 50 miliardi di dollari per venire in soccorso degli stati più colpiti.

"Chiederemo agli ospedali di preparare dei piani di emergenza - ha aggiunto il presidente -. Saremo in grado di garantire più test e più posti letto". Trump ha anche annunciato l'intenzione di sviluppare la partnership con il settore privato per aumentare la capacità di realizzare i test per le persone che hanno sintomi di sospetto coronavirus.

L'Asia ha superato il momento piu' difficile, ora è l'Europa il nuovo epicentro della pandemia di coronavirus. A certificarlo è l'Organizzazione mondiale della Sanità e il Vecchio Continente si precipita a chiudere scuole, negozi e monumenti, a disporre quarantene, a blindare confini e a vietare riunioni e assembramenti.

La Spagna si è ritrovata nel giro di una settimana a superare i 4.300 contagi, la Francia 3.600, la Germania 3.300. Una progressione esponenziale che ha spinto la maggior parte delle capitali a prendere contromisure drastiche. Anche perché per il momento - spiegano all'Oms - è impossibile prevedere quando avverrà il picco della pandemia e per l'agenzia delle Nazioni Unite soltanto un approccio aggressivo come quello adottato dai Paesi asiatici può frenare i contagi. E dunque ecco asili, scuole e università chiusi in sempre più Paesi: finora sono Austria, Bulgaria, Danimarca, Grecia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca, Turchia e Ucraina ad avere adottato la misura.

E dalla prossima settimana alunni e studenti rimarranno a casa anche in Belgio, Croazia, Francia, Portogallo, Spagna e Svizzera e nella maggior parte delle regioni tedesche.

La Repubblica Ceca, la Danimarca, la Slovacchia, l'Ucraina e la Polonia hanno chiuso i loro confini a tutti gli stranieri. L'Austria ha sospeso i collegamenti ferroviari e ha quasi completamente chiuso il confine con l'Italia, richiedendo certificati medici e controlli sanitari per chi vuole entrare. Anche se al Brennero una soluzione "sembra vicina", secondo la Commissione europea, ritornata nuovamente a criticare ogni misura che blocchi la libera circolazione delle merci nel mercato unico. Parole inascoltate evidentemente in Slovenia: dopo avere istituito misure di controllo sanitario al confine, Lubiana ha da ultimo bloccato l'accesso agli automezzi oltre le 3,5 tonnellate, generando code chilometriche in entrata dall'Italia e suscitando l'ira del governatore del Friuli, Massimiliano Fedriga.

Anche la Germania ha rafforzato i controlli al confine francese. In Spagna, che ha dichiarato lo stato di allerta, quattro zone della Catalogna sono state messe in quarantena, così come due comuni nella regione austriaca del Tirolo.

Parigi ha chiuso Louvre e Tour Eiffel, l'Austria e la Bulgaria i negozi non essenziali, il Belgio i locali e i ristoranti, così come Berlino. In Slovacchia tutti gli aeroporti internazionali sono chiusi. Il governo britannico ha rinviato di un anno le elezioni amministrative previste a maggio in Inghilterra, anche se per ora la risposta di Londra rispetto all'emergenza appare la più blanda, e lo stoicismo sfoggiato in pubblico da Boris Johnson - ed elogiato dai media - con le sue dichiarazioni sulle morti "inevitabili" stride con le parole allarmate dei colleghi continentali. Conseguenze infine anche sulle navi. Costa Crociere ha annunciato che sospenderà i viaggi fino al 3 aprile. Mentre molti porti esteri stanno chiudendo alle navi italiane per paura del virus.