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Videogiochi: l'ex ministro Calenda ci ripensa, console PS4 e Nintendo per le figlie

L'ex ministro dello sviluppo economico, dopo mesi di agguerrita campagna social contro i videogame, si arrende alla quarantena forzata e dichiara di voler acquistare due console alle sue figlie

La psicosi da Covid-19 impazza. Sono molti i messaggi in rete di persone che, causa la forzata clausura domestica, hanno iniziato a riconsiderare i loro stili di vita. Tra questi i primi sono sicuramente i genitori dei tanti ragazzi "in vacanza" dopo la chiusura delle scuole, ora alla ricerca di mezzi per poterli impegnare nel tanto tempo libero a disposizione. Vittima di un'enensima "crisi di nervi" è stato anche Carlo Calenda, ex ministro dello sviluppo economico, che ora sembra essersi riconvertito al mondo videoludico dopo una campagna social di demonizzazione dei videogiochi che lo aveva visto protagonista durante i mesi scorsi.

L'ex ministro nelle ultime ore ha pubblicato un tweet sul suo profilo personale dove si scaglia contro le famigerate chat di gruppo dei genitori, dopo che la figlia Viola lo aveva messo al corrente del'ennesima bizzarra attività proposta che consisterebbe in un esercizio matematico di conversione delle unità di misura, il cui risultato dovrebbe essere convertito nel numero di ripetizioni di un esercizio fisico da eseguire a casa (in questo caso le flessioni).

Calenda, di fronte all'iniziativa alquanto strampalata, dichiara nella frase seguente di essersi dunque deciso a comprare alle figlie due console, in questo caso la PS4 di Sony e l'ormai superata Wii di Nintendo (il cui nome viene riportato anche in modo erroneo, denotando la sua scarsa conoscenza dei dispositivi più recenti in commercio), mandando all'aria la sua lunga campagna anti-videogame condotta proprio su Twitter nei mesi scorsi.

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L'ex ministro sembra dunque aver abbandonato la sua idea dei giochi visti come causa di "incapacità di leggere, giocare e sviluppare il ragionamento" nei giovani e aver seccamente affermato che non avrebbero mai messo piede in casa sua.

Alla fine di tutta questa polemica, speriamo dunque che il Covid-19 abbia fatto aprire gli occhi all'ex ministro su un altro importante concetto: che di fronte a figli esasperati e annoiati, probabilmente i videogiochi, nella giusta dose, non sono poi tanto male.

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