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Coronavirus, bar aperto in centro Torino: arrivano i vigili

E l'Italia "chiusa" per coronavirus si colora di arcobaleni

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Sono ormai centinaia gli arcobaleni che da qualche giorno inondano le bacheche dei social network e ravvivano le facciate dei palazzi italiani. Da Torino a Taranto i bambini, costretti a casa con le scuole chiuse, hanno realizzato su cartoncini, fogli o lenzuoli, con pennarelli o pennelli, arcobaleni colorati di tutte le dimensioni per riaccendere la speranza nell'Italia "chiusa" per coronavirus. "E' un modo per far loro passare il tempo, lanciando un messaggio positivo per tutti", dichiarano i promotori spuntati come funghi nei vari gruppi di Facebook. L'invito è stato accolto con successo e agli arcobaleni si accompagna spesso lo slogan "Andrà tutto bene", lanciato da qualche settimana per strada su post-it e bigliettini

Un bar ha aperto al pubblico nel centro storico di Torino nonostante le disposizioni in materia di Coronavirus. Sul posto è intervenuta una pattuglia della polizia municipale per i provvedimenti del caso. Nel locale, che si trova in prossimità di piazza Castello, venivano fatte entrare non più di tre persone alla volta.
 

In un tratto che si affaccia su piazza San Carlo c'è un bar aperto. L'unico. Subito si forma un capannello di persone, in prevalenza operai di un cantiere vicino, alla ricerca di un caffé. Non possono entrare più di tre alla volta. Ma arriva quasi subito una pattuglia della polizia municipale, che fa chiudere il locale (all'interno non c'è il titolare, ma una giovane dipendente) e avvia gli accertamenti del caso.

Ma il resto della città esegue le direttive del governo.  Il centro storico è  un lungo rosario di saracinesche, grate, serrande abbassate. I negozi, oltre a chiudere i battenti, hanno rinunciato a illuminare le vetrine. E il gesto suona come un monito: qui non c'è piu' niente da vedere, state a casa. I portici di via Po, la strada antica e suggestiva che da piazza Castello si apre verso la collina, sono in penombra. I tram e gli autobus (vuoti nonostante l'ora di punta) marciano spediti approfittando dell'insolita penuria di traffico. I passanti si contano sulle dita. Non manca chi fa jogging e chi sta portando a spasso il cane. Vicino al chiosco dei giornali due persone borbottano sul coronavirus e sui tempi in cui gli tocca vivere: le voci sono dilatate dall'assenza di rumore e dall'eco.

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