È stata una delle cose più vociferate degli ultimi mesi, e ora è realtà. Horizon: Zero Dawn arriverà su PC entro la prossima estate. Stiamo parlando di uno dei giochi più rappresentativi di PlayStation 4, una delle più importanti produzioni Sony degli ultimi anni, un Action-GdR di ottima fattura, realizzato dalla software house olandese Guerrilla Games, già famosa in passato per un’altra serie molto rappresentativa del mondo PlayStation: la serie di sparatutto in soggettiva Killzone.
Uscito a inizio 2017, Horizon ha convinto critica e pubblico, per la sua storia affascinante, per la sua ambientazione open world originale e bellissima (un mondo post-post-apocalittico dove gli umani, ridotti a poco più che uomini primitivi, convivono e spesso combattono con enormi macchine che ricordano i dinosauri) e per la sua veste grafica davvero stupefacente.
Pur essendo un open world, infatti, Horizon ha una qualità grafica paragonabile a quella dei migliori giochi a struttura lineare. Sicuramente uno dei prodotti più belli da vedere di questa generazione.
Notizia fantastica, quindi, per i giocatori PC, che potranno metterci sopra le mani a partire dalla prossima estate. Ma la notizia è anche epocale, perché normalmente, negli ultimi decenni, Sony si è sempre tenuta strettissime le sue proprietà intellettuali.
Pensate a tutti i first party, o comunque brand di proprietà di Sony, usciti su PlayStation di recente. Uncharted, The Last of Us, God of War, Gran Turismo, Bloodborne, Spider-Man e diverse altre IP di proprietà dell’azienda giapponese non si sono mai viste su altre piattaforme. Horizon è un’eccezione importante, e potrebbe essere anche molto significativa.
Hermen Hulst, co-fondatore di Guerrilla Games e ora anche responsabile dei Sony Worldwide Studios, ha chiarito che l’arrivo di Horizon su PC “non significa necessariamente che ogni first party PlayStation arriverà anche su PC”.
E questa è la dichiarazione ufficiale. Nella quale, diciamolo, non si vede neanche un grandissimo sforzo per smentire la possibilità che qualche altro gioco, prima o poi, su PC ci arrivi. “Non necessariamente”, dice. Che non è proprio “assolutamente mai e poi mai”, vi pare?
E secondo me, infatti, la cosa potrebbe gradualmente cominciare a diventare sempre più normale, fino a trasformarsi in un’abitudine. Ed è esattamente quello che mi auguro, perché ho sempre considerato il sistema basato su esclusive e piattaforme separate un serio limite per la diffusione di una giusta cultura del videogioco. Banalmente, proprio.
Se voglio approfondire la conoscenza di questo meraviglioso medium, devo comprare quattro o cinque diverse macchine (spendendo cifre considerevoli) per poter godere dei giochi pubblicati su quattro o cinque diverse piattaforme. Non succede con nessun’altra forma d’arte o di intrattenimento.
Posso leggere praticamente tutti i libri anche affidandomi a un unico store/dispositivo, posso noleggiare o acquistare praticamente tutti i film con un solo lettore DVD/Blu-ray di qualsiasi marca o affidandomi a un qualsivoglia distributore digitale, posso ascoltare praticamente tutta la musica abbonandomi a un singolo servizio di streaming (o comunque comprando un singolo lettore CD di qualsiasi marca).
Solo con i videogiochi c’è il problema delle diverse piattaforme. Non posso, quindi, che accogliere sempre di buon grado ogni singolo segnale che vada in quella che secondo me è la direzione più giusta, idealmente: arrivare ad avere tutti i giochi su qualsiasi piattaforma.
È uno scenario che sembra ancora quasi utopia. Ma già un po’ meno di prima, no? Tutti i first party Xbox sono ormai anche su PC da diversi anni e, una volta tanto, anche una grossa IP di Sony salta la barricata. Non male, dai. Non male. Il futuro che mi piace non è poi così impossibile, a quanto pare.