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Bufale e Coronavirus, vive 30 minuti nell'aria e viaggia per 4,5 metri? Burioni: "Non ci credete"

Il virologo spiega perché la ricerca, pubblicata e poi ritirata, non può essere considerata attendibile

Lo studio secondo il quale il coronavirus resiste nell'aria per 30 minuti e può essere trasmesso anche a 4,5 metri di distanza è stato ritirato, senza una spiegazione, dalla rivista che l'aveva pubblicato, il Practical Preventive Medicine. I dati forniti dalla ricerca, ha spiegato il virologo Roberto Burioni, non sono attendibili e rischiano di mandare nel caos la popolazione a cui è stato detto che la distanza di sicurezza tra un individuo e l'altro è di un metro. 

I ricercatori cinesi, che hanno condotto lo studio, si erano basati sull'osservazione di quanto accaduto in Cina il 22 gennaio durante un viaggio in autobus di una persona, identificata come "passeggero A", seduta in penultima fila. Dalle telecamere a circuito chiuso del mezzo, gli studiosi avevano osservato che l'uomo presentava i sintomi del Covid-19 ma non indossava una mascherina. 

Durante lo spostamento, il "passeggero A" avrebbe infettato sette persone, compresa una coppia seduta a sei file di distanza. In un secondo viaggio più breve, l'uomo avrebbe poi contagiato altri passeggeri, per un totale di 13 individui. 

Dall'osservazione i ricercatori avevano quindi concluso che la resistenza nell'aria del Covid-19 è di 30 minuti e che "in un ambiente chiuso con aria condizionata la distanza di trasmissione del nuovo coronavirus supera la distanza di sicurezza comunemente riconosciuta".

Per chiarire perché questa ricerca non è attendibile è intervenuto Roberto Burioni, professore di Microbiologia e Virologia all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

"Lo studio mi ha lasciato perplesso - ha scritto sul proprio sito -. Era uscito in un giornale di poca rilevanza, i dati certi a nostra disposizione ci indicano l’esatto opposto, la descrizione contenuta nel lavoro era semplicemente un’osservazione aneddotica (che è sempre solo la partenza per uno studio più accurato, non una verità scientifica), e infine c’erano alcune incongruenze, come ad esempio il fatto che erano state contagiate persone molto distanti dal 'passeggero A', ma non quello seduto accanto a lui".

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