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Conte: "Nelle zone del decreto coronavirus bar e ristoranti aperti fino alle 18"

"Mi assumo la responsabilità politica" delle scelte, ha spiegato. Irritazione del premier per la diffusione della bozza delle misure. Stop anche a teatri e musei

"Stiamo affrontando un'emergenza nazionale, lo abbiamo fatto dall'inizio con misure di massima cautela, senza sottovalutare. Ci stiamo muovendo con lucidità, coraggio, determinazione". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, irritato per la fuga di notizie e dopo aver firmato nella notte il decreto contro il coronavirus. Nelle zone interessate dal decreto bar e ristoranti aperti fino alle 18.


La firma del decreto del presidente del Consiglio, frutto dell'accorpamento di due dpcm inizialmente previsti, è arrivata dopo una lunga giornata di contatti con le Regioni e dopo una fuga di notizie (" irresponsabile" e "rischiosa per la sicurezza", ha sottolineato Conte) che porta al diffondersi della bozza non ancora ultimata.

"Mi assumo la responsabilità politica di questo momento, ce la faremo", ha detto il premier.  "Non è un divieto assoluto ma una ridotta mobilità. Non si ferma tutto ma entrare nella logica che ci sono delle regole da rispettare. Lo dico a tutti: i nostri figli devono capire che non è occasione di contatto, ma leggere e seguire la didattica a distanza".

Ridotta mobilità, polizia potrà controllare "Le forze di polizia saranno legittimate a chiedere conto" ai cittadini che si muovono sui territori interessati dalle nuove norme per il contenimento del coronavirus.

Bar e ristoranti aperti fino alle 18  In Lombardia e nelle 14 province interessate dal nuovo decreto bar e ristoranti potranno stare aperti dalle 6 alle 18 purché garantiscano almeno un metro di distanza tra i clienti. In caso di violazione prevista la sospensione dell'attività in caso di violazione.  "Ci rendiamo conto che è molto severa ma non possiamo più consentire contagi", ha spiegato il premier.
 


Stop eventi cinema-teatro in tutta Italia Sono poi sospese manifestazioni, eventi, spettacoli di qualsiasi natura, compresi quelli cinematografici e teatrali, in qualsiasi luogo, pubblico o privato. Stop anche ai musei. 


In province contagio si può rientrare a casa "Vincolo di evitare ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori, anche all'interno dei territori. Ci si muoverà solo per comprovate ragioni lavorative o situazioni di necessità o spostamenti per motivi di salute. E' consentito il rientro presso il proprio domicilio o residenza per chi ne avesse necessità", ha spiegato ancora il premier.

"500 apparecchi terapia intensiva al mese" "E'  stato sottoscritto un contratto per dare il via a una linea produttiva tutta italiana per apparecchiature di terapia intensiva e sub intensiva: avremo 500 nuove apparecchiature al mese e ci stiamo predisponendo per incrementarle. Stiamo incrementando anche le linee produttive della filiera Italia", ha annunciato il premier.

"Chi ha febbre oltre 37,5 resti a casa" "D'ora in poi chi avrà febbre da più di 37,5 gradi centigradi e infezioni respiratorie è fortemente raccomandato di restar presso proprio domicilio, a prescindere che siano positivi o no. Contattino il medico curante".

"Stop zone rosse, Vo' e il Lodigiano non più confinate" "Con il nuovo decreto non ci sono più le zone rosse, i focolai stabiliti all'inizio. Non c'è più motivo - ha sottolineato Conte - di tenere le persone di Vo' e del Lodigiano in una zona rossa confinate. Sono state create zone più ampie".

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