Oms pronta a dichiarare la pandemia da coronavirus: attesa per i dati dei contagi da Sud America e Africa
Sono oltre 100mila i contagi in tutto il mondo. Ormai i focolai sono in quasi tutti i continenti
Potrebbe essere una questione di giorni ma ormai si va verso la dichiarazione di pandemia da coronavirus da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Sono oltre centomila i contagi nel mondo ma sono i dati attesi da Africa e America Latina a destare molta attenzione. Se anche in questi due continenti il Covid-19 dovesse fare la sua comparsa allora sarebbe pandemia.
I Paesi con sistemi sanitari deboli potrebbe essere strage - L'epidemia scoppiata tre mesi fa in Cina ha raggiunto 91 paesi, uccidendo oltre 3.400 persone. Le guarigioni sono oltre 55mila, un numero che fa ben sperare, ma preoccupano i contagi nel resto del mondo, arrivati a 20mila sugli oltre centomila complessivi. Tanto più che il Covid-19 inizia a marciare anche nei continenti con sistemi sanitari più fragili, come l'Africa (41 casi, i primi in Camerun e Togo), l'America Latina ed i Caraibi (34 casi, il primo in Perù).
Coronavirus, anche in Africa scattano i controlli
Prendere tempo per trovare un vaccino - Se in Africa e America Latina la situazione peggiorasse, l'Oms potrebbe alzare il livello di allerta, finora molto alto, dichiarando la pandemia. Per questo motivo, in questa fase, "l'obiettivo prioritario resta ancora il contenimento dell'epidemia", ha spiegato il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, sottolineando che se si rallenta la diffusione "guadagniamo tempo per trovare vaccini e terapie" e tutti i Paesi possono attrezzarsi meglio per curare i pazienti. Guadagnare tempo per prepararsi al meglio ad una crisi che potrebbe durare ancora a lungo, è il mantra dell'Oms, secondo cui "non c'è al momento alcun segnale che ci dica che in estate il coronavirus sparirà come una normale influenza".
Nemmeno gli Usa si sono salvati - Fuori dalla Cina, la Corea del Sud ha superato i 6.500 contagi, con 42 morti, mentre in Iran la situazione è sempre più grave, con un balzo di 1.200 nuovi casi in 24 ore. Anche gli Stati Uniti si sono scoperti più vulnerabili, con 14 morti e 230 contagi estesi a 20 Stati su 50: 33 i casi in quello di New York e 4mila persone in quarantena precauzionale. Il presidente Trump, pur assicurando che "tutto funzionerà bene", ha rinunciato a visitare la sede dei Cdc, l'autorità sanitaria federale, "per non interferire" con il loro lavoro.
In Francia c'è lo scenario più preoccupante - Con quasi 600 contagi e 9 morti ed un focolaio dell'Alto Reno, 81 casi in 48 ore, che hanno costretto le autorità locali ha chiudere cento scuole. Nel resto d'Europa i contagi sono aumentati in Germania, Gran Bretagna, Svizzera, Spagna, Belgio, Grecia, Islanda e
Russia. Ed il coronavirus si è affacciato per la prima volta in Serbia, Slovacchia e nella Città del Vaticano. In Olanda è stato registrato il primo morto.
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