C'è la prima prova che il coronavirus circolasse in Italia "diverse settimane" prima del 21 febbraio, giorno della diagnosi del "paziente uno" di Codogno. Lo dimostrano le tre sequenze genetiche del virus in circolazione in Lombardia, ottenute da Università Statale di Milano e Ospedale Sacco. L'analisi di ulteriori genomi, ancora in corso, potrà dare stime più preciso sul momento in cui il virus è arrivato in Italia e sulle possibili vie di diffusione.
Usa: probabile circolazione da un mese e mezzo - Anche negli Usa, come sembra essere successo in Italia, il coronavirus probabilmente circolava già da settimane prima di venire trovato in un paziente. Lo afferma una analisi condotta dalla Washington University di Seattle, riporta il New York Times, sui primi due casi registrati nello
stato di Washington.
L'analisi riguarda il primo paziente isolato negli Usa, reso noto lo scorso 20 gennaio, e un altro caso che risale a pochi giorni fa, che all'inizio non si credeva correlato al primo. Le due persone vivono nella stessa contea, spiega Trevor Bedford, che ha condotto lo studio, ma non hanno avuto contatti diretti. Inoltre il secondo caso si è verificato a diversi giorni di distanza, quando ormai il primo non era più infettivo. "Quindi i risultati dei test genetici suggeriscono che il virus si sia diffuso attraverso altre persone nella comunità per quasi sei settimane - spiega Bedford - era possibile che i due casi non fossero correlati, ma è improbabile, perché entrambi i virus contengono delle varianti genetiche rare". Se la teoria fosse giusta, aggiunge Mike Famulare, uno degli autori delle analisi, ci potrebbero essere stati tra 150 e 1.500 casi nel solo Stato di
Washington dalla metà di gennaio.