E' di almeno un migrante ucciso e altri 5 feriti il bilancio degli scontri con la polizia greca al confine turco, dove sono ammassate migliaia di persone che cercano di entrare nell'Ue. Lo riferisce il prefetto della provincia frontaliera turca di Edirne, che accusa la polizia di Atene di aver "sparato utilizzando anche proiettili veri". Immediata è arrivata la smentita di Atene che "nega categoricamente di aver sparato contro i migranti al confine".
Secondo le autorità turche, uno dei migranti è stato colpito alla testa, uno nella zona inguinale, uno al torace e tre ai piedi Quello ferito al torace, che non è stato ancora identificato, sarebbe poi deceduto in ospedale. Agli scontri hanno assistito membri della commissione Diritti umani del Parlamento di Ankara, che erano giunti stamani sul posto per un'ispezione. La versione è però stata categoricamente smentita dal governo di Atene.
Intanto in conferenza stampa, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha focalizzato l'attenzione su quanto sta avvenendo in Siria: "Se i Paesi europei vogliono risolvere la questione dei migranti devono sostenere gli sforzi della Turchia per soluzioni politiche e umanitarie in Siria. Oggi ogni Paese europeo che cerca di rimandare indietro i rifugiati a cui ha chiuso i confini, picchiandoli e affondando le loro barche, viola la Dichiarazione universale dei diritti umani".
Erdogan ha anche affermato che l'esercito turco sta distruggendo con successo le forze del regime di Bashar Assad nell'operazione "Fonte di Pace" nella provincia Nord-occidentale della Siria Idlib. "Dall'inizio dell'operazione, la Turchia ha distrutto 3.138 militari del regime, 151 carri armati, 100 unità di artiglieria, tre aerei da guerra, otto elicotteri, otto sistemi di difesa aerea, 10 depositi di munizioni, 60 veicoli corazzati e 47 howitzer", ha detto Erdogan.
La Turchia, come ha precisato Erdogan a proposito del suo incontro di giovedì a Mosca con l'omologo russo Vladimir Putin, spera di "ottenere un cessate il fuoco il più rapidamente possibile" a Idlib e intanto ha chiesto agli Statri Uniti un sostegno attraverso l'invio di armi e munizioni.
Ue: "I nostri confini non sono aperti" "I confini della Ue non sono aperti e non devono esserlo, ci troviamo ad affrontare una pressione straordinaria ai confini perciò serve solidarietà. Dobbiamo proteggere i confini ma nel pieno rispetto dei diritti umani, non c'è contraddizione tra difendere i nostri confini e difendere i diritti umani". Lo ha affermato la commissaria Ue agli aiuti umanitari, Ylva Johannson.
Ong: "Un milione e mezzo di sfollati a Idlib" Sarebbero un milione e mezzo i civili sfollati negli ultimi tre mesi nella regione di Idlib, nel nord-ovest della Siria, teatro da dicembre dell'offensiva russa e governativa contro combattenti locali e stranieri filo-turchi. Il 60% degli sfollati sono bambini e il 20% sono donne. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui la cifra è superiore a quella riferita dall'Onu.