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Graziata la scrofa che uccise un uomo e ferì un bambino in provincia di Roma

Affidata alla Lav che l'ha trasferita nel Centro di Recupero per animali in Maremma dove vivrà la sua seconda vita

Ansa

Non a caso, l'hanno chiamata Grazia. La scrofa, per proteggere i suoi cuccioli, nell'ottobre scorso causò la morte di un uomo e il ferimento grave di un bambino a Carcolle in provincia di Roma.  La Procura della Repubblica della Capitale, su richiesta della Lav, ha concesso il dissequestro dell'animale, che ora è pronta a vivere una seconda vita nel Centro di Recupero di Semproniano, in provincia di Grosseto. 

Accadde tutto in pochi istanti. Era il 6 ottobre, una domenica. Il papà voleva portare il figlio di tre anni a vedere i maialini appena nati. Ma la madre dei cuccioli gli si scagliò contro e lo morse: l'uomo cadde a terra con il bimbo e morì per le ferite riportate. Il piccolo fu trasportato d'urgenza in ospedale. L'animale fu messo sotto sequestro. Adesso la procura di Roma ha deciso di affidarlo Lav.  La scrofa, di fatto, è stata graziata.

"Siamo di fronte a una tragedia: un uomo è morto e un bambino versa ancora in condizioni critiche - ha dichiarato Gianluca Felicetti, Presidente LAV, nel corso dell`operazione di trasferimento - ma proprio la gravità dei fatti deve spingerci a riflettere anche su una gestione degli animali del tutto inadeguata. Ce ne parla il degrado a cui assistiamo in questo insediamento, uno tra i tanti che spuntano ai margini delle nostre città. Sono strutture fatiscenti che, come in questo caso, ospitano attività di allevamento abusive. Non stupisce che un contesto del genere possa aver concorso al gravissimo incidente, in cui questa scrofa ha svolto il ruolo di esecutrice incolpevole".

L`associazione sottolinea come, da un punto di vista etologico, la reazione dell'animale che ha attaccato i due esseri umani entrati nel suo recinto, sia stata del tutto motivata. Il continuo sfruttamento e la reclusione, l'assenza di vie di fuga, la presenza dei cuccioli hanno amplificato e scatenato l`istinto di protezione e difesa della scrofa. "Non c'erano ragioni, nemmeno giuridiche, per consentire l`uccisione dell'animale, di cui abbiamo chiesto l`affidamento - dichiara LAV e sottolinea - l`abbiamo salvata due volte: dalla macellazione certa a `fine ingrasso`, e dall`esecuzione come responsabile dell`uccisione e del ferimento di due umani. 

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