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Dieci gesti concreti che le donne vorrebbero per l’8 marzo

Non solo retorica e mimose: ecco che cosa desidererebbero davvero in occasione della Giornata a loro dedicata

Istockphoto

Non solo mimose e cortei in cui si scandiscono slogan femministi; no anche a serate chiassose a osservare improbabili spogliarelli maschili di dubbio gusto. La Giornata della Donna, al di là delle mimose e della facile retorica, è un momento importante in cui prendere coscienza di se stesse e dare spazio alle proprie aspettative e aspirazioni. Il significato da attribuire all’8 marzo è affidato, come tutte le occasioni simboliche, al senso e al valore  che ciascuna vuole attribuirgli. Ecco allora dieci cose che le donne vorrebbero non solo in occasione della loro Giornata, ma tutti i giorni dell’anno.  L’8 marzo diventa l’occasione giusta per chiederle, o tornare a chiederle, a voce alta. 

RISPETTO – Le donne sono ancora trattate come oggetti di proprietà maschile; lo dimostrano i dati sui femminicidi e sulle violenze domestiche, che non accennano a diminuire. Secondo l’ONU, le donne tra i 15 e i 44 anni corrono più rischi di violenza fisica e sessuale che di morte per incidenti stradali o cancro.


PARI OPPORTUNITÀ PROFESSIONALI – Lo si dice in continuazioni: fin dalla scuola le ragazze sono più brave dei ragazzi, si impegnano di più e ottengono voti migliori. Ma nel mondo del lavoro esiste ancora un significativo gender gap professionale e retributivo. Secondo dati Eurostat, nel 2016 i tre quinti dei laureati europei (57,6%) è di sesso femminile: le donne però sono membri dei consigli di amministrazione delle grandi aziende europee solo nel 17, 8 per cento dei casi. Chissà se nel primo secolo del terzo millennio riusciremo a colmare questo gap. 


PARITÀ DI RETRIBUZIONE - Ancora oggi le donne guadagnano in media il 30% in meno di quello che guadagna un uomo nella stessa posizione. Come hanno dimostrato alcune statistiche, il gender gap retributivo comincia molto prima dell’accesso al mondo del lavoro, ma addirittura dalle mance riservate ai bambini.  Insomma, è un fatto culturale duro a morire. 


LIBERTÀ DI SCEGLIERE – Se appena mettiamo il naso oltre i confini occidentali, scopriamo che ogni anno 15 milioni di ragazze e bambine sono costrette al matrimonio contro la loro volontà. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, inoltre, sono circa 125 milioni le vittime di mutilazione genitale femminile, un atto riconosciuto come violazione dei diritti umani. Sosteniamo le associazioni che lavorano per assicurare alle piccole un’infanzia e un’adolescenza serene e sicure. 


UN PO’ DI COLLABORAZIONE IN PIÙ - Oltre alle grandi emergenze sociali e concentrandosi sui temi di vita quotidiana, una cosa che le donne apprezzerebbero molto è una maggiore collaborazione in casa e con i figli da parte del partner. I gesti rispettosi nei confronti del lavoro domestico possono fare davvero la differenza nella qualità della vita di tutta la famiglia.


UN PO’ DI TEMPO LIBERO – E’ diretta conseguenza del punto precedente. Un’ equa divisione delle mansioni tra i due partner, coinvolgendo magari anche i figli, regala a lei una quota maggiore di tempo libero da utilizzare per un hobby, una passione o la cura di sé. 


PIÙ SORRISI E GENTILEZZA – Il buon clima in casa, ma anche sul luogo di lavoro, è fondamentale per stare bene ed essere anche più produttivi. A volte basta poco, eppure il contributo di ciascuno è indispensabile. Ricordiamo che il sorriso non costa nulla, come pure la gentilezza e la buona educazione. 


NON FERMIAMOCI ALLE APPARENZE - La superficialità, le frasi fatte, il fatto di fermarsi agli aspetti più esteriori di un fatto, di una notizia, di una situazione, sono tutti nemici da combattere. Soprattutto quando si tratta di giudicare una persona e in particolare una donna. Chiediamo alle nostre amiche, ma anche a noi stesse, di non diventare vittime dei nostri pregiudizi. 


MAGGIORE AUTOSTIMA – E’ il primo passo per partire alla conquista del mondo. Viene dall’intimo di noi stesse, ma chi ci circonda può fare molto per aiutarci a costruirla. Chiediamo collaborazione a parenti, amici e colleghi: l’8 marzo vogliamo sentire solo cose belle dedicate a noi. Facciamo stop, almeno per un giorno, alle critiche (anche a quelle costruttive: possono aspettare fino a domani). 


E ALLA FINE, ANCHE LA MIMOSA – E’ un simbolo e riceverne in dono un rametto è il segno che il donatore si è ricordato di noi e di un tema importante. Cominciamo in prima persona, regalandola alle nostre amiche: i gesti, si sa, sono contagiosi. E se il fiore giallo ci fa starnutire e non ci piace, la torta mimosa è perfetta. 

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