OPERAZIONE ALL'ALBA

Messina, corruzione: 11 arrestati, tra loro anche funzionari pubblici

Un trojan piazzato nei telefoni di due sospetti ha svelato un giro di mazzette che ha coinvolto anche imprenditori e un dirigente del Comune

Vasta operazione della polizia di Messina che ha portato all'arresto di undici persone. Le accuse sono di corruzione, rivelazione di segreto d'ufficio e fittizia intestazione di beni. Tra gli arrestati figurano imprenditori e funzionari pubblici messinesi e trapanesi. E' stato effettuato inoltre il sequestro preventivo di beni e utilità di una società.

C'è anche un autista giudiziario in servizio al Tribunale di Messina tra gli arrestati. L'uomo, a cui sono stati imposti i domiciliari, è accusato di rivelazione di segreti d'ufficio. In cambio di favori a una persona a lui vicina avrebbe fornito a uno degli indagati informazioni su indagini in corso e sui movimenti di un magistrato.

Un trojan piazzato nei telefoni di due sospetti ha svelato un giro di mazzette che ha coinvolto, oltre ad alcuni imprenditori, anche funzionari del Genio civile di Messina e Trapani e un dirigente del Comune della città dello Stretto. L'inchiesta è nata a Capodanno 2019 dopo l'intimidazione subita da un commerciante, Pietro Ferrante, che ha negato di aver subito estorsioni, ma non ha convinto la polizia. Quest'ultima ha iniziato a intercettarlo. Sono emersi così i suoi contatti con un imprenditore pregiudicato, Marcello Tavilla.

I due erano soci in una ditta di import-export. Tavilla, insieme all'amante Cinzia Fiorentino e a Pietro Ferrante, avrebbe corrotto un funzionario del Genio civile di Messina afficnhé, in cambio di soldi, favorisse nell'aggiudicazione di lavori pubblici le ditte edili degli imprenditori Giuseppe Micali e Giovanni Francalanza. Al funzionario erano stati promessi duemila euro per ogni appalto vinto.

Tavilla e i complici avrebbero corrotto anche un ex assessore, Giorgio Muscolino, amministratore del complesso di edilizia popolare "Sottomontagna", gestito dall'Agenzia per il Risanamento della città. Senza aver mai effettuato una selezione, e dunque in violazione di legge, Muscolino, che avrebbe intascato 400 euro, ha affidato alla ditta di Tavilla i lavori per la sistemazione del parcheggio di "Sottomontagna".

Grazie al trojan piazzato nel cellulare di Micali è poi emersa un'altra storia di corruzione: quella di Giuseppe Frigone, funzionario del Comune di Messina in servizio al Dipartimento immobili comunali. In cambio di una mazzetta di mille euro il funzionario gli avrebbe affidato in somma urgenza, quindi senza gara, i lavori di manutenzione straordinaria al mercato cittadino Sant'Orsola.

L'azione di Micali, sempre ascoltato dalla polizia grazie al trojan, non si sarebbe però fermata a Messina. L'imprenditore si sarebbe aggiudicato i lavori di dragaggio nel porto di Mazara del Vallo (Trapani), per un importo di oltre un milione di euro.

Insieme ad altri due imprenditori indagati avrebbe corrotto Giancarlo Teresi, ingegnere capo del Genio civile di Trapani, responsabile dei lavori nel porto. Per assicurarsi l'appalto del dragaggio del porto-canale, Micali avrebbe regalato al funzionario il denaro per l'acquisito di un'auto d'epoca, un soggiorno gratuito in un hotel di Messina e una cena per lui e per altre cinque persone in un ristorante di Milazzo.