Elezioni in Israele, è ancora testa a testa tra il Likud di Netanyahu e Benny Gantz
Alle urne dalle 7 locali (le 6 in Italia) con l'apertura dei 10.631 seggi ai quali avranno accesso circa 6,5 milioni di aventi diritto
Terza volta alle urne in meno di un anno. Israele torna al voto per scegliere il governo ma i sondaggi indicano un nuovo possibile stallo tra le coalizioni di destra e quella di centrosinistra mentre nel paese si approntano 16 seggi speciali per consentire ai circa 5.630 israeliani in quarantena da coronavirus di poter esprimere la propria scelta. La novità nei sondaggi è che il Likud di Benyamin Netanyahu recupera lo svantaggio nei confronti del suo maggiore rivale, il centrista Blu-Bianco di Benny Gantz, appaiandolo a 34 seggi se non superandolo, seppure per un soffio.
A essere ancora una volta ago della bilancia è Avigdor Lieberman che con i suoi 7/8 seggi è il king maker con cui fare i conti a destra e al centro. Tra gli "esordienti", da segnalare "La Voce delle donne", partito tutto al femminile che ha detto di non scegliere né destra né centro mentre i sondaggi assegnano un successo alle Lista Araba unita che avrebbe 14 seggi. Nessuna delle due coalizioni tuttavia - a meno di colpi di scena dell'ultim'ora - ha i 61 seggi su 120 alla Knesset per raggiungere la maggioranza necessaria per governare. E se così fosse, un quarto voto - da tutti visto come il fumo negli occhi e scioccante per Israele - potrebbe essere l'unica strada percorribile. Per di più in un quadro politico prossimo molto complicato, segnato non solo dall'avvio, il 17 marzo prossimo, del processo per corruzione, frode e abuso di potere a carico del premier ma anche dalla sua intenzione, in base al Piano Trump, di annettere rapidamente la parte palestinese della Valle del Giordano e gli insediamenti ebraici in Cisgiordania.
Sulle elezioni - sia Netanyahu sia Gantz stanno combattendo all'ultimo voto con dichiarazioni al vetriolo l'un contro l'altro, polemiche su coronavirus comprese - questa volta non dovrebbe pesare il problema dell'astensione: non ultimo il fatto che la nuova tornata elettorale si svolge in pieno inverno e lontano dalle feste tradizionali. Svariate indagini segnalano anche la crescita della partecipazione alle urne della minoranza arabo-israeliano, spiegata - hanno rilevato gli analisti - dalla loro decisa opposizione al Piano di pace di Trump non solo in toto ma anche al possibile passaggio di alcune cittadine alla parte palestinese. Sul voto pesa però anche l'incognita del coronavirus che, nonostante i drastici provvedimenti presi da Israele - che ha chiuso le porte a tutti i passeggeri in arrivo dall'Italia, oltre che dalla Cina, dal Giappone e dalla Thailandia - potrebbe allontanare dalle molti elettori.
Non a caso sia Netanyahu, sia il direttore generale del ministero della sanità Bar Siman-Tov, hanno fatto appello agli israeliani a non avere paura: "La situazione - ha detto il secondo - è sotto controllo, andate a votare". E per i ben 5.630 elettori che attualmente sono in quarantena da 14 giorni dopo essere stati all'estero sono stati approntati 16 seggi speciali in tutto il paese, presidiati da volontari del Pronto Soccorso. Dovranno indossare mascherine protettive, andare e tornare dal seggio in auto da soli senza mai fermarsi durante il tragitto, restare a debita distanza l'uno dall'altro e prendere tutte le precauzioni possibili. Insomma il voto al tempo del coronavirus.
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