Il coronavirus mette a rischio la validità dell’anno scolastico | Salvini: prolungare la fine della scuola dopo giugno, ma Giannelli frena: "Improbabile"
Per considerare valido l’anno debbono essere garantiti almeno 200 giorni di didattica. Alcuni Comuni delle regioni potrebbero non raggiungere quella soglia. Quali conseguenze potrebbero esserci?
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Scuole chiuse, lezioni ed esami sospesi nelle università, gite annullate, selezioni e concorsi rimandati, manifestazioni pubbliche cancellate. Anche per il mondo dell’istruzione l’esplosione dell’emergenza coronavirus in Italia ha avuto effetti dirompenti. Le misure d’urgenza emanate dal governo, infatti, hanno cercato di limitare – per ora nelle regioni interessate dai contagi – le occasioni di contatto tra tante persone contemporaneamente. Ovvio (e sacrosanto) che gli studenti fossero fra i primi a essere ‘fermati’; al momento solo per la settimana 24 febbraio – 1 marzo. Ma c’è un aspetto che in molti hanno sottovalutato, soprattutto se ci si concentra sulla scuola dell’obbligo: potrebbe essere a rischio la validità dell’anno scolastico? Skuola.net ha cercato una risposta, trovandola, a questo dubbio legittimo. Nel frattempo c'è già chi, come il leader della Lega Salvini, lancia una proposta per provare a superare lo stallo: "Se il protrarsi della chiusura delle scuole supererà la settimana, è chiaro che si renderà necessario ipotizzare un prolungamento dell'anno scolastico oltre la scadenza prevista". Ma come stanno davvero le cose?
L’anno scolastico è valido se…
Le leggi sull’ordinamento scolastico parlano chiaro: in base all’art.74, comma 3, del D.Lgs. 297/94 “allo svolgimento delle lezioni sono assegnati almeno 200 giorni”. Ciò vuol dire che, qualora alcuni istituti scendessero sotto questa soglia, l’anno potrebbe essere considerato ‘non valido’. Uno scenario tutt’altro che irrealizzabile, visto che in molti Comuni delle regioni interessate dalle ordinanze di chiusura delle scuole (sono Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Liguria, Friuli Venezia Giulia) durante l’anno scolastico 2019/2020 si sono già dovute fronteggiare emergenze di altro genere. Su tutte il maltempo.
La precisazione del ministero dell’Istruzione
Niente panico, però. Il ministero dell’Istruzione, nel 2012, ha emanato una nota (la n.1000) – riferita proprio al maltempo ma adattabile al coronavirus - in cui precisa: “Può tuttavia accadere […] che si verifichino eventi imprevedibili che inducano i Sindaci ad adottare ordinanze di chiusura delle sedi scolastiche. […] Al ricorrere di queste situazioni si deve ritenere che è fatta comunque salva la validità dell’anno scolastico, anche se le cause di forza maggiore, consistenti in eventi non prevedibili e non programmabili, abbiano comportato, in concreto, la discesa dei giorni di lezione al di sotto del limite dei 200”. Tradotto: l’anno scolastico è salvo.
Possibile lo spostamento in avanti della fine dell’anno
Al limite potrebbe accadere - come ribadito da Salvini - che, specie se l’allerta dovesse continuare ancora a lungo, costringendo le scuole a chiusure prolungate, i calendari scolastici vengano rimodulati per far recuperare almeno in parte i giorni persi. Magari posticipando leggermente la fine dell’anno. La stessa nota del Ministero (1000/2012) sottolinea che “le istituzioni scolastiche, soprattutto se interessate da prolungati periodi di sospensione dell'attività didattica, potranno valutare, a norma dell'art. 5 del DPR 275/99 (sull’autonomia, ndr) ‘in relazione alle esigenze derivanti dal Piano dell'offerta formativa’, la necessità di procedere ad adattamenti del calendario scolastico finalizzati al recupero, anche parziale, dei giorni di lezioni non effettuati”.
Il carnevale dà una mano agli istituti
Un rischio che, comunque, attualmente non sembra esserci. Quasi dappertutto le chiusure coincidono con la settimana in cui – secondo i singoli calendari scolastici - la didattica era di fatto sospesa per i festeggiamenti del carnevale. In Piemonte, ad esempio, le scuole sarebbero restate chiuse fino al 26 febbraio; lo stesso in Veneto e in Friuli Venezia Giulia; in Lombardia, la sosta era prevista il 24 e 25 febbraio (il 28-29 febbraio per chi festeggia col rito ambrosiano); nella provincia di Trento, invece, prolungata fino a sabato 29 la chiusura (la sosta era fino al 25). Gli unici a vedere stravolti i piani sarebbero gli istituti di Emilia-Romagna e Liguria. Tutto sotto controllo, quindi. Anche se la prudenza è d’obbligo. La situazione è in continua evoluzione.
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