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Roma, scritta omofoba sul citofono di Luca Tommassini

"Mi è risalita tutta la rabbia di quando ero bambino e mi urlavano dietro '"fr..." a scuola e per strada. Denuncerò, ora basta, non possiamo rimanere in silenzio", ha detto il coreografo

Un post-it con la scritta "Fr... vattene" è apparso sul citofono del coreografo e regista Luca Tommassini. E' accaduto a Roma e a denunciarlo è stato lo stesso artista su Facebook. "Mi è risalita tutta la rabbia di quando ero bambino e mi urlavano dietro '"fr..." a scuola e per strada. Denuncerò, ora basta, non possiamo rimanere in silenzio", ha detto il coreografo. 

"Oggi è apparsa questa scritta sul citofono del mio palazzo, accanto ai miei due interni - ha raccontato il coreografo - Non sono sicuro al 100% sia per me, ma un dubbio ce l’ho. Mi è tornata la paura che avevo quando mia madre mi svegliava ogni mattina e pensavo che avrei dovuto affrontare da solo un’altra giornata passando per quella maledetta strada, davanti all’officina di mio padre che faceva finta di non vedermi. Si vergognava di me".

"Io non ho mai abbassato la testa - ha concluso - e ho sempre continuato a ballare. Più avevo paura e più alzavo la musica. Ora denuncerò questo atto dell’era dei “citofoni”, ho 50 anni di esperienza con la paura e ho sempre vinto contro omofobi e razzisti che hanno cercato di far male a me e a chi mi amava. Ora basta, non possiamo più rimanere in silenzio, siamo tutti sotto attacco, non importa a chi lo dicono io zitto non ci resto!".

Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center ha espresso "piena solidarietà al regista per quanto accaduto". "Tale episodio è inaccettabile, violare la privacy domestica delle persone lesbiche e gay - ha aggiunto Marrazzo - è un fatto molto grave e allarmante, chiediamo l'immediato intervento della ministra dell'Interno Lamorgese al fine di tutelare la privacy e la vita privata del regista che a oggi risulta in pericolo. Tale clima è in pieno stile salviniano, che ha lanciato da Bologna in campagna elettorale la nefasta moda delle suonate ai citofoni, che come vediamo, purtroppo crea gesti di emulazione".

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